La strategia del boss del rione Traiano per fermare l’emorragia dalla casse della cosca: «Non possiamo più dare i soldi a gente che non è stata arrestata per noi, hai capito?»
Anche i boss “piangono” e sono costretti a fare i conti con crisi economiche e ristrettezze. Da qualche tempo il clan Sorianiello, una delle cosce più attive e temibili della periferia ovest di Napoli, sembra non navigare in buone acque. Colpito da diversi arresti eccellenti, il gruppo con base nella “99” del rione Traiano si è visti così costretto a ridurre le somme da destinare agli affiliati detenuti: «Cento, centocinquanta a tutti quanti», parola del capoclan Alfredo Sorianiello “’o biondo”.
È il 5 febbraio dello scorso anno quando il ras, ignaro di essere sotto intercettazione da parte dei carabinieri, discute con il fedelissimo Antonio Di Napoli della necessità di risparmiare sugli esporsi periodici. I Sorianiello convergono in particolare sulla necessità di tagliare le “settimane” da destinare ai detenuti, portandole a 150 euro: «No, ma noi dobbiamo tagliare a tutti quanti però…». Di Napoli incalza: «Si ma sicuramente… L’unica cosa ai carcerati! Cento, centocinquanta euro a tutti quanti. No a quello, a tutti quanti…». I problemi non sembrano però essere del tutto risolti. Di Napoli e Sorianiello concordano sul fatto che, qualora un domano dovessero arrestare uno di loro, per il clan si porrebbe il problema di reclutare nuove leve da far “lavorare” nelle piazze di spaccio e quindi da stipendiare. Sul punto, Di Napoli spiega: «Hai capito com’è? Perché, oggi o domani, se ci arrestano, ci tolgono da mezzo… Chi viene domani, se si prende qualche altro ragazzo, deve lavorare giù…».
La circostanza emerge dall’ordinanza di custodia cautelare che pochi giorni fa ha portato, con l’esecuzione di 26 arresti, alla decapitazione dei vertici del clan del rione Traiano. Quello dei soldi sembra un vero cruccio per il ras, che in un successivo passaggio affronta la questione con un altro indagato eccellente, Gennaro Volpe, nipote del defunto ras di Fuorigrotta Antonio Volpe. Sorianiello si lamenta di non sopportare più tutti gli esborsi che gravano sulle casse del clan a causa della cattiva gestione operata da Mazzaccaro: «Stiamo dando i soldi a gente che non sta con noi. Non li hanno arrestati per noi, non abbiamo nulla a che vedere e questi qua se ne vanno pure a lavorare. A noi che ci interessa? Quello gli mandava la settimana? Non ce la faccio più!». A questo punto Alfredo Sorianiello, infuriato come non mai, propone di tagliare direttamente la testa al toro, cacciando i pusher “part time”, ritenuti dunque poco utili alla causa.