Le intercettazioni rivelano il piano criminale del ras Barile e soci, la cosca temeva un imminente attacco del boss dei Contini, Patrizio Bosti: «Non dobbiamo aspettare a nessuno»
Soltanto il blitz lampo del mese scorso ha consentito di scongiurare una nuova guerra tra i due clan più potenti di Napoli. I Mazzarella, dopo aver scoperto che il ras appena scarcerato era pronto all’attacco, si apprestavano infatti a lanciare un’offensiva senza precedenti nei confronti dei Contini, gruppo capofila dell’Alleanza di Secondigliano: «Michele se lo senti dice “cominciamo a dargli addosso ora!”, ecco ha fatto lo scienziato, ci voleva lui… per dire questa cosa… noi dormiamo», affermavano i ras del rione Luzzatti, ignari di essere sotto intercettazione.
Lo scottante retroscena emerge dai dialoghi che gli investigatori della Squadra mobile di Napoli hanno captato il 14 giugno scorso. Secondo gli inquirenti «le intercettazioni rendono chiara la pericolosità dei reggenti del cartello Mazzarella che discutono di un imminente attacco armati nei confronti del clan Reale, operante a San Giovanni a Teduccio, propedeutico alla preparazione di una guerra su larga scala, che essi stessi definiscono faida, anche nei confronti del clan Contini, che nonostante i rapporti cordiali e la cointeressenza degli ultimi anni anche grazie all’opera di Ciro Mazzarella, sono tuttora considerati nemici in quanto intenzionati a uccidere Salvatore Barile».
Proprio Barile, intercettato insieme al socio cugino Ciro Mazzarella, affermava: «Allora Michele (Mazzarella, ndr) non è stratega». E ancora: «Michele se lo senti dice “cominciamo a dargli addosso ora!”, ecco ha fatto lo scienziato, ci voleva lui… per dire questa cosa… noi dormiamo». Secondo gli investigatori che hanno lavorato all’inchiesta, «il dialogo di una guerra di camorra tra i Mazzarella e i Contini… Motivo scatenante sarebbe riconducibile alla volontà da parte di Patrizio Bosti (estraneo però all’indagine, ndr) di uccidere Salvatore Barile». Barile in particolare sembra prendere molto sul serio la faccenda, tanto che nei giorni successivi avrebbe deciso di non presentarsi a un appuntamento che proprio i Contini avevano fissato al Borgo Sant’Antonio Abate, una delle loro roccaforti, temendo un’imboscata armata.
La questione viene affrontata anche in altre conversazioni e Ciro Mazzarella, dopo un breve passaggio sui problemi che Patrizio Bosti ha creato a Edurdo, ossia Edoardo Contini, dice con molta enfasi «noi dobbiamo essere pronti… noi dobbiamo essere pronti» alla guerra. A tal fine il ras di piazza Mercato consiglia a Salvatore Barile di spostarsi dal Connolo in un luogo nei pressi di via Giacomo Savarese, così da poter curare meglio i loro interessi, quindi chiude con la considerazione che «non dobbiamo aspettare a nessuno». Insomma, i Mazzarella erano pronti a giocare d’anticipo, mettendo subito alle corde i rivali del gruppo dell’Arenaccia. Le manette ai polsi dei tre ras hanno però fortunatamente scongiurato l’escalation.