di Giancarlo Tommasone
Un patto tra clan per provvedere alle famiglie dei boss in galera. Un accordo chiuso tra i vertici dell’Alleanza di Secondigliano e la cosca dei Quartieri Spagnoli, guidata fino al suo arresto, da Ciro Mariano (67 anni), meglio conosciuto col soprannome di ‘o picuozzo (tornato in libertà ad aprile del 2018, dopo quasi 30 anni di detenzione). E’ quanto emerge dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Maurizio Overa, per decenni elemento apicale dei picuozzi.
Le dichiarazioni di Maurizio Overa
Il verbale dell’interrogatorio è datato 12 luglio 2016 ed è agli atti dell’inchiesta che ha riguardato vertici, affiliati e fiancheggiatori di tre sodalizi criminali: i Contini, i Licciardi e i Mallardo, confederati nel cartello dell’Alleanza di Secondigliano. Overa, in particolare, ha raccontato dello stretto legame esistente tra il boss Edoardo Contini, anche detto ‘o romano, e Ciro Mariano, relativamente al pagamento di uno «stipendio» mensile.
Il summit con Edoardo Contini e Pietro Licciardi
«Nel 1993 – racconta Overa – io incontrai, nei pressi dell’Ausonia, Edoardo Contini e Pietro Licciardi; io ero in serie difficoltà per la guerra in atto ai Quartieri Spagnoli, per la scissione, e non riuscivo a mantenere tutti (i componenti del clan)».

Allora, spiega Overa al pm che lo interroga, «Edoardo Contini mi disse che i carcerati più importanti li avrebbe mantenuti lui. E dunque, da quando è detenuto Ciro Mariano, fino alla mia collaborazione, di quest’anno 2016, non è mai mancato un mensile alla moglie (del picuozzo)». A quanto ammontano le dazioni? Chiede il pubblico ministero. «Prima 5 milioni al mese, poi (con l’avvento della nuova moneta) 2.500 euro», risponde Overa.
«Anche alla moglie di Vincenzo Romano (braccio destro di Ciro Mariano) è stato assicurato lo stipendio da Edoardo Contini; e lo stesso Marco Mariano (Overa si riferisce presumibilmente, al figlio di Ciro), aveva 1.500 euro al mese dai Contini, e mille dai Licciardi». Chi effettuava i pagamenti? Domanda ancora il pm. «Per i Contini, pagavano prima Salvatore Botta, che io conosco bene, come esponente di rilievo del clan (del Vasto-Arenaccia), e di recente Vincenzo Tolomelli, attualmente, per me, uno dei responsabili dei Contini». Anche se, sottolinea il pentito, «una voce in capitolo più importante, ce l’aveva il figlio di Patrizio Bosti, Ettoruccio ‘o russo, che per me, fino al momento del mio arresto nel 2015, era il reggente del clan».
Overa, rendicontando al pm, non mostra avere molta considerazione nei confronti del figlio di Patrizio Bosti. «(Ettoruccio) voleva fare il malavitoso, e lo faceva, ma solo perché molti erano latitanti o detenuti; era Ettore a comandare solo in virtù del fatto che era il figlio di Patrizio».