di Francesco Vitale
Partiamo dalla fine. Dalle note conclusive della relazione della Corte dei conti, che evidenzia incertezze per il futuro del Cira. Un richiamo «severo» al ripianamento delle perdite, quello dei giudici.
I magistrati contabili hanno acceso
i riflettori sul Centro italiano ricerca aerospaziale che ha sede a CaPUa.
La relazione risale allo scorso settembre
Il Cira è una società consortile per azioni a maggioranza pubblica (controllata di Asi e Leonardo-Finmeccanica) sottoposta alla vigilanza del Ministero dell’istruzione, l’università e la ricerca (Miur) e assoggettata al controllo della Corte dei conti. E’ presieduta da Paolo Annunziato. Dalla determina, redatta dalla magistratura, sono emerse diverse criticità per la società.
E’ stato sottolineato, oltre agli evidenti costi, derivazione
di un considerevole monte stipendi di manager
e personale, «un quadro finanziario precario»
Che si basa su previsioni incerte, ma anche – è relazionato – su una incidenza dei soci pubblici nei processi decisionali del Cira, ritenuta «scarsa». Bisogna ripartire proprio dalle quote del Centro, che scrivevamo, sono detenute a maggioranza da Asi (Agenzia spaziale italiana per il 47%) e Leonardo-Finmeccanica (per il 12%).
I magistrati si sono soffermati sulla nomina della componente pubblica del nuovo consiglio di amministrazione avvenuta nel 2017. Secondo quanto emerso, sottolinea la Corte dei conti, la nomina sarebbe stata ad esclusiva partecipazione dell’Asi. Ciò in virtù del fatto che né Cnr e né Asi Caserta hanno partecipato durante la riunione per assegnare le nomine. Sotto la lente dei magistrati contabili sono finiti anche l’approvazione del bilancio 2017 e il piano triennale 2018-2020. La componente dei soci pubblici è un fattore fondamentale, poiché Cira riceve finanziamenti, e dunque il disimpegno proprio dei soci pubblici non è passato inosservato.
Gli stipendi dei manager
Ma tornando agli stipendi dei manager, nel testo della relazione, non passa inosservato che il direttore generale percepisca annualmente 170mila euro lordi. A cui bisogna aggiungere 24mila euro di benefit. C’è una cosa ancora più singolare: all’ex direttore, secondo quanto emerge dai controlli della Corte, continuerebbero ad essere versati circa 160mila euro. Tutto ciò, sottolineano i magistrati contabili, in virtù di un accordo stipulato nel 2014. C’è anche un altro aspetto preoccupante ed è relativo alla flessione registrata per le entrate, e alle perdite. Le entrate maggiori per Cira sono i finanziamenti ministeriali: per il 2018 si attestano sui 21,6 milioni di euro.
I fondi sono calati rispetto al passato
In un solo anno, dal 2015 al 2016 i fondi sono scesi quasi dell’80%. Va da sé che se si vuole invertire la tendenza, il Cira ha bisogno di una nuova politica per reperire le entrate. Per quanto riguarda l’equilibrio finanziario, solo per citare una voce, l’esercizio 2016 del Centro si è chiuso in perdita per 7,2 milioni. Critiche sono piovute sul Cira di Capua anche sul versante del funzionamento operativo. A fronte di ben 365 dipendenti, la società affida la manutenzione degli impianti ad aziende esterne. I magistrati contabili sottolineano pure il fatto che i premi al personale vengano erogati in anticipo, vale a dire in controtendenza con la prassi che vuole il versamento di detti premi, al raggiungimento degli obiettivi. Una situazione, che secondo la Corte, dovrà essere tenuta costantemente sotto osservazione.