Il protagonista dell’episodio è un detenuto napoletano, arrivato nel carcere minorile di Airola dopo essere stato, in quello di Nisida, tra i promotori di una spedizione punitiva.
di Luigi Nicolosi
L’aspirante babyras di Napoli centro non perde il vizio per la “rivolta”. Il 17enne che già un anno fa aveva scatenato una vera e propria azione di guerriglia all’interno dell’istituto minorile di Nisida ci ricasca. Trasferito da pochi mesi nel carcere di Airola, il giovanissimo detenuto si è reso protagonista di una nuova, doppia aggressione: la prima andata purtroppo a segno, con due agenti penitenziari feriti e medicati con prognosi di 7 e 4 giorni, la seconda sventata in extremis.
Protagonista in negativo della vicenda un ragazzino di soli 17 anni con alle spalle già diversi guai giudiziari. Il giovanissimo detenuto non sarebbe legato ai clan del centro storico di Napoli, ma il suo temperamento l’ha già fatto salire più volte alla ribalta della cronaca nera locale. Aveva infatti già minacciato di morte ed aggredito alcuni poliziotti penitenziari del carcere minorile di Airola, in particolare uno dei quali, rientrato in servizio dopo i giorni di certificazioni medica per le contusioni subite, è stato nuovamente minacciato ed oggetto di una tentata aggressione.
“Il protagonista è sempre lo stesso detenuto napoletano che è arrivato nel carcere minorile di Airola dopo essere stato, in quello di Nisida, tra i promotori di una spedizione punitiva verso altri ristretti”, denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe tramite il vice responsabile regionale del settore minorile Sabatino De Rosa. “Qualche settimana fa sempre questo detenuto aveva prima distrutto una cella e poi minacciato di morte e aggredito due poliziotti penitenziari. Si tratta di un soggetto che ha già posto in essere comportamenti violenti durante la detenzione e che la penitenziaria è riuscita a contenere nelle sue intemperanze più volte. Al rientro in servizio dei colleghi feriti, ha di nuovo minacciato di morte gli agenti e ha tentato di aggredirne uno, contenuto in tempo e con grande professionalità dalle unità di polizia penitenziaria. È grave quello che è successo e questo grave episodio aiuta a capire a quali livelli di impunità certi detenuti pensano di essere arrivati”.
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “i gravi episodi avvenuti nel carcere minorile di Airola, che non hanno avuto un tragico epilogo grazie al pronto intervento dei colleghi della Polizia penitenziaria, riportano drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria”. Capece ricorda quindi che proprio pochi giorni fa “il Sappe ed altri sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione e la sospensione delle relazioni sindacali con il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria per l’assenza di provvedimenti che contrastino le continue violenze in carcere e le aggressioni alle donne e agli uomini in divisa, come è successo ad Airola”.