L’ente si costituisce contro il ricorso al Tar presentato delle associazioni storiche
La Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Napoli e Provincia, ha dato mandato all’avvocato Antonio Messina di costituirsi contro i ricorsi presentati al Tar della Campania da alcune associazioni datoriali, chiedendone l’annullamento. Il presidente dell’Ente, Ciro Fiola, sottolinea rispondendo alle dure critiche dei ricorrenti: «Tutte le determinazioni adottate e gli atti prodotti, rispettano in maniera fedele la legge che regola queste procedure. Legge (580 del ‘93, modificata con DL del 2016 n.219), che giova ricordare, è stata cambiata proprio su richiesta di alcune delle associazioni datoriali che oggi ne contrastano i contenuti. Ed è proprio dai principi ispiratori della legge che si traggono obblighi a cui non ci sottraiamo, come il rigore dei controlli e gli approfondimenti tesi a evitare approssimazioni e fantasiose elaborazioni di dati riguardanti numero di iscritti e rappresentatività delle imprese iscritte. Qualcuno ha paura dei controlli?».
«Arbitro e giocatore? Ricordo che il Disciplinare che regola le procedure per i rinnovi è redatto, come in tutta Italia, dal Segretario Generale. Al Presidente corre solo l’obbligo di comunicare l’avvio delle procedure. Onere che è già toccato a chi mi ha preceduto che ha sempre mantenuta, non provocando alcuno scandalo, le cariche ufficiali in seno alle associazioni datoriali… pur ricoprendo il ruolo di Presidente dell’Ente. Io ho fatto una scelta diversa, che evidentemente da questi “storici» non può essere compresa: mi sono immediatamente dimesso da tutte le cariche operative in seno all’associazione datoriale che mi ha candidato».
I termini e il ruolo delle imprese
«I termini indicati per l’avvio delle procedure indicano genericamente “180 giorni antecedenti la scadenza del mandato”. Chi lancia strali dovrebbe ricordare che, nell’ultima occasione, si attardò arrivando a 120 giorni, provocando il disastro del Commissariamento dell’Ente. Eventualità che dobbiamo scongiurare, per evitare di mettere di nuovo in condizione di paralisi un’istituzione che è uscita dalle secche di una gestione del tutto distante dai principi ispiratori di promozione, tutela e rappresentatività delle imprese iscritte».
«Eppure – conclude Fiola – esiste uno strumento per superare ogni polemica: applichiamo ciò che è già previsto per legge e consentiamo alle imprese di eleggere direttamente i propri rappresentanti nel Consiglio Camerale. Sarebbe una rivoluzione che metterebbe davvero al centro il ruolo delle imprese e smaschererebbe una volta per tutte chi si considera “storico” per un non meglio identificato pedigree ma è oramai antistorico rispetto alla realtà della quale non ha più alcuna percezione».