La deposizione di Caterina Stellato al processo che vede il compagno imputato per maltrattamenti: lo scorso febbraio l’ultimo tentativo di aggressione provando ad arrampicarsi su un tubo degli scarichi pluviali per entrare nella casa in cui la moglie era barricata con la madre.
Aveva appena 15 anni quando sono cominciati quegli abusi morali, fisici e verbali perpetrati da quello che poi è diventato suo marito. Oggi ne ha 40 e Caterina Stellato ha finalmente trovato la forza di denunciare tutto. L’uomo, Antimo Carrera, si trova nel carcere di Poggioreale e da lì ha seguito la deposizione della donna al processo in cui è imputato per maltrattamenti. La loro storia è diventata tristemente famosa in seguito a un video che ha fatto il giro del web e delle tv lo scorso febbraio. Le immagini mostrano Antimo provare ad arrampicarsi su un tubo degli scarichi pluviali prima e su un tavolino poi nel tentativo di entrare nella casa in cui la moglie era barricata con la madre. Dopo quel, per fortuna vano, ultimo tentativo di violenza, Caterina, difesa dall’avvocato Andrea Coppola, ha scelto di denunciare, trovando la forza negli occhi di suo figlio.
Oggi la sua deposizione, durata tre ore, in cui ha ripercorso tutto davanti ai giudici del Tribunale di Napoli Nord (seconda sezione, collegio B, presidente Giuseppe Cioffi). Una testimonianza non ancora completa che continuerà il prossimo 8 luglio, giorno in cui è anche previsto il controesame e l’escussione di altri tre testi.
Antimo, che si trova in cella a causa delle ripetute violazioni del divieto di avvicinamento alla moglie a cui era stato sottoposto dal giudice, dall’inizio del processo ha più volte revocato l’incarico al avvocato. L’ultimo è stato Carlo Ercolino, oggi sostituito da un collega nominato d’ufficio. Presente in aula anche l’avvocato Giovanna Cacciapuoti, legale dell’associazione “Salute Donna” che, come in altri casi, analoghi a quelli di Caterina, si è costituita parte civile.
Qualiano, 46enne arrestato per aver picchiato la convivente nonostante il divieto di avvicinamento
Non è bastato il divieto di avvicinamento dal novembre 2019, un 46enne di Qualiano ha violato la misura cautelare e ha malmenato la donna, per futili motivi, procurandole lesioni curate e giudicate guaribili in 5 giorni dai sanitari dell’ospedale di Giugliano. Per questo motivo è stato arrestato dai carabinieri e condotto nel carcere di Poggioreale in attesa di giudizio.