Ma la richiesta non è stata accolta dal gip che ha fissato udienza a luglio
Una violazione del segreto amministrativo a cui manca però «l’elemento soggettivo» del reato, la volontà dolosa. È su questa direttrice che la Procura di Roma ha formalizzato la richiesta di archiviazione del procedimento in cui è indagato il sottosegretario alla Giustizia ed esponente di Fdi, Andrea Delmastro delle Vedove, per rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio per la vicenda Cospito, l’anarchico al 41 bis e che per mesi è stato in sciopero della fame. Una richiesta non accolta dal gip che ha fissato udienza a luglio durante la quale si entrerà nel merito del procedimento e verranno ascoltate le parti. Il giudice solo all’esito dell’udienza si riserverà per poi arrivare ad una decisione.
Il procedimento ruota intorno alle dichiarazioni fatte nel febbraio scorso alla Camera dal vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli, collega di partito di Delmastro. Donzelli riferì il contenuto di conversazioni avvenute nell’ora d’aria nel carcere di Sassari tra Cospito e detenuti di camorra e ‘ndrangheta, anche loro al 41 bis. Informazioni che Donzelli aveva avuto dal compagno di partito nonché coinquilino all’epoca dei fatti Delmastro, che ha la delega al Dap. Quanto riferito dal sottosegretario a Donzelli faceva parte di un’informativa del Dap predisposta sulla base dell’osservazione in carcere dei detenuti e che lo stesso Delmastro aveva chiesto di visionare. I colloqui indicavano l’auspicio che quella contro il carcere duro diventasse una battaglia comune tra boss mafiosi e l’anarchico.
L’indagine di piazzale Clodio
L’indagine venne avviata a piazzale Clodio dopo una denuncia presentata dal parlamentare dei Verdi, Angelo Bonelli che chiedeva ai magistrati di verificare l’eventuale violazione del segreto di ufficio. Gli inquirenti, dopo avere ascoltato il capo del Dap e i vertici del Gruppo operativo mobile (Gom) della polizia penitenziaria, il 17 febbraio hanno convocato lo stesso Delmastro a piazzale Clodio. Nel corso dell’interrogatorio il parlamentare affermò che a suo dire non c’era stata «nessuna rivelazione» in quanto «l’atto non era secretato».
I pm, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Ielo, nella richiesta di archiviazione hanno riconosciuto «l’esistenza oggettiva della violazione del segreto amministrativo» ma «fondata sull’assenza dell’elemento soggettivo del reato, determinata da errore su legge extrapenale». La palla passa ora all’ufficio del gip. «Il fatto che oggi non abbia accolto la richiesta arrivata dalla Procura è la dimostrazione – commenta Bonelli – che ho fatto bene a presentare esposto per due motivi: il primo pedagogico, il duo Donzelli-Delmastro ha capito che con i documenti di Stato non si gioca, tanto meno per utilizzarli contro l’opposizione. Il secondo è che il PM conferma che ci sia stata violazione del segreto amministrativo però con inconsapevolezza da parte dell’esponente di governo. Che ci sia stata inconsapevolezza faccio fatica a comprendere, anche perché Delmastro, da avvocato, è tenuto a conoscere le leggi italiane».