I telefoni di ultima generazione sono stati rinvenuti all’interno dell’area del penitenziario occupata da detenuti facenti parte della criminalità organizzata.
Nuova importante operazione portata a termine dalla Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Secondigliano, con il rinvenimento di ben 20 cellulari di diverso tipo e circa 30 grammi di hashish. Si tratta dell’ennesimo tentativo di far pervenire ai detenuti degli smartphone, come illustrato da Emilio Fattorello, segretario nazionale campano del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe: “I poliziotti penitenziari di Secondigliano hanno compiuto una brillante operazione di servizio che ha portato al rinvenimento e sequestro di ben 20 cellulari di diverso tipo ed un quantitativo di circa 30 grammi di sostanza stupefacente del genere hashish. Il meticoloso e professionale lavoro dei colleghi ha messo al setaccio gli ambienti e spazi detentivi in comune delle quattro sezioni del Reparto S 4, occupato dai detenuti appartenenti al circuito detentivo dell’Alta Sicurezza, tutti soggetti facenti parte della criminalità organizzata. Tra i telefonini sequestrati è stato rinvenuto uno smartphone, un cellulare ad orologio da polso ed il restante tutti micro telefoni di ultima generazione con all’interno doppie sim cards perfettamente funzionanti. In 20 giorni sono stati sequestrati al C. P. di Secondigliano oltre 40 cellulari dei quali parte in aree esterne lanciati dall’alto a mezzo droni”.
“Il Sappe Campania”, conclude Fattorello, “esprime il proprio compiacimento per la brillante azione della Polizia Penitenziaria di Secondigliano che ancora una volta dimostra di essere garante della legalita’ all’interno dell’Istituto di pena Napoletano, nonostante le precarie e critiche condizioni operative, prima tra tutte la carenza, ormai non piu’ sostenibile, dell’organico del Reparto della Polizia Penitenziaria, nei diversi ruoli, carenza di organico che mette a rischio anche il prossimo Piano Ferie spettante al Personale”.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, rinnova il suo appello al Ministero della Giustizia e al Parlamento: “Servono deterrenti efficaci per stroncare il traffico illecito e inibire l’uso di telefoni cellulari in carcere. La schermatura di tutte le Sezioni detentive e di tutte le altre aree che in un carcere vedono la presenza di detenuti è imprescindibile, come anche potenziare gli organici della Polizia Penitenziaria. Fino a poco tempo fa detenere e quindi usare illecitamente un telefono cellulare in carcere non aveva nessuna conseguenza per i trasgressori: e questo non è accettabile! Urgono, quindi, provvedimenti legislativi e aggravanti disciplinari che da un lato inaspriscano le pene per chi tenta di introdurre telefonini in carcere e di chi li detiene irregolarmente”.