Le lacrime del sindaco sono quelle di una intera comunita’. Salvatore Di Sarno, primo cittadino del comune dove era nato Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma, per l’omicidio del quale è stato arrestato il colpevole, era amico personale del militare e della sua famiglia. Li aveva incontrati per l’ultima volta un mese e mezzo fa, quando Mario si era sposato nella ‘sua’ Somma Vesuviana: “Un giorno di gioia immensa, per lui e per noi tutti. E ora questa tragedia assurda”. Dolore e rabbia: un cugino del carabiniere si sfoga sui social contro gli assassini, “bastardi maledetti, vi ammazzo”.
A Somma i parenti di Mario si chiudono nel silenzio. Lo zio materno risponde al telefono, ma riattacca appena capisce che a chiamare e’ un giornalista. Un centinaio tra familiari e amici accorrono a Roma, nella camera mortuaria del Santo Spirito, per stringersi intorno alla madre e alla giovane vedova Rosa Maria, straziata e incredula. “Me lo hanno ammazzato”, ripete, mentre la moglie di un altro carabiniere prova a confortarla.
Innumerevoli i messaggi di solidarieta’ e cordoglio fatti pervenire al municipio di Somma Vesuviana, dove il primo cittadino espone le bandiere a mezz’asta e proclama il lutto cittadino per il giorno dei funerali. “Mario era un ragazzo solare – racconta il sindaco Di Sarno, militare della Guardia di finanza – bello dentro e fuori. Un ragazzo umile, che sin da giovane ha dovuto affrontare mille difficolta’. Il suo papa’ e’ morto quando lui era appena 18enne, e Mario si e’ dato da fare per aiutare la famiglia, sua mamma, suo fratello e sua sorella. Ha sempre lavorato, e quando era libero si dedicava all’orto di casa. Sono stato al suo matrimonio, era felicissimo ed emozionato. Non posso credere che oggi non ci sia piu'”.
Il vicebrigadiere lavorava da tempo a Roma, ma tornava a Somma Vesuviana appena possibile per incontrare la madre, i fratelli e gli amici. “Occasioni in cui la masseria di famiglia risuonava di risate”, ricorda un dipendente di una azienda per la produzione di frutta secca dove Mario trovo’ lavoro, da giovanissimo, prima di entrare nell’Arma. In questa cittadina il carabiniere sognava di acquistare una casa dove abitare, un giorno, con moglie e figli. Un mese e mezzo fa, fra Casimiro Sedzimir aveva celebrato le nozze di Mario e Rosa Maria nella parrocchia di Santa Croce, quella dove il vicebrigadiere era cresciuto e aveva ricevuto tutti i sacramenti. La stessa chiesa che ora ne attende il feretro per l’ultimo abbraccio, lunedi’ mattina, al “ragazzo d’oro” che tutti piangono.