di Giancarlo Tommasone
“Pure senza di loro nulla cambia, sempre più forti” è il testo di un post che compare su un profilo Facebook di cui Stylo24 si è già occupato nelle ultime settimane. Il post è stato pubblicato alle 18.42 di sabato scorso. All’alba dello stesso giorno, alla Sanità, mettendo a segno 18 arresti, le forze dell’ordine hanno assestato un duro colpo alla cosca dei Vastarella. Il profilo Facebook di cui parliamo è quello che da mesi effettua un resoconto (quasi quotidiano) dello scontro in atto nel rione che diede i natali a Totò.

Chi tiene il diario della lotta, soprattutto di quella – accertata dagli inquirenti – tra i Vastarella e i Sequino, parteggerebbe per la prima famiglia e il messaggio che abbiamo riportato si riferisce proprio al fatto che nonostante il clan sia stato decimato dall’ordinanza, resta “sempre il più forte”. Si riporta anche un collage con le foto di alcuni degli arrestati. Alle 18.46 di sabato, sullo stesso profilo appare un altro messaggio, questa volta più inquietante: ora si scatena l’inferno. Le parole sono seguite dalle emoji del diavolo e della fiamma.

E’ difficile dire al momento se si tratti di un annuncio, di un avvertimento, o di una speranza (naturalmente esecrabile). Fatto sta che da molte settimane sul profilo in questione appaiono diversi di questi post, che in molti casi animano la discussione tra persone vicine a questa o a quella famiglia. A parte la discutibile pubblicità che si fa ad azioni intimidatorie (le cosiddette stese) e alle dimostrazioni di forza, c’è da sottolineare il fatto che si parteggi per un clan, quello che è stato destinatario dell’ultima ordinanza prodotta dalla Dda di Napoli.

Il clima più che teso che si respirava alla Sanità è raccontato tramite post che recitano: “Siete finiti”. Chi scrive si dichiara anti-Sequino a vita. Gli risponde uno, evidentemente legato alla famiglia tirata in ballo, che ribatte: tu e i tuoi soci (o quelli come te, il termine utilizzato, ‘sosci’, potrebbe essere anche una storpiatura del napoletano ‘suocci’, vale a dire, gli stessi) siete il cazzo dei Sequino. Ma ci sono anche messaggi in cui, a un componente dell’opposta fazione, si augura la morte.
“Molto presto pure la tua foto la vedremo sopra la bandiera”, il riferimento è a un giovane. Accanto alla foto di quest’ultimo si posta quella di uno stendardo – esposto durante a una processione – su cui è riprodotta l’immagine – ipotizziamo – di un defunto. Del resoconto circa quelli che vengono definiti infami, codardi o oltraggiati da una parte e dall’altra abbiamo già raccontato in altre puntate dell’inchiesta sullo scontro della Sanità narrato sui social. Come pure abbiamo annotato delle ‘stese’ annunciate dal profilo in oggetto e da altri diari di Facebook.
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