La vedova del boss Marino e il neomelodico Tony Colombo sono accusati di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori: la 47enne era già nel mirino della Procura
di Luigi Nicolosi
Una nuova tegola giudiziaria si abbatte sulla vedova del boss delle Case Celesti, Gaetano Marino. Tina Rispoli e il marito, nonché cantante neomelodico, Tony Colombo sono indagati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli rispettivamente per i reati di trasferimento fraudolento di valori e di riciclaggio, entrambi i reati aggravati dalla finalità mafiosa. Questa mattina la Squadra mobile ha eseguito un decreto di sequestro preventivo, apponendo i sigilli alla somma di 80mila euro, intestata a Tony Colombo, all’anagrafe Antonino Colombo, 35 anni originario di Palermo, e un appartamento, due box e due auto nella disponibilità di Tina Rispoli, all’anagrafe Immacolata Rispoli, 47 anni, vedova di Gaetano Marino, fratello del capoclan Gennaro Marino, ucciso in un agguato di camorra a Terracina il 23 agosto 2012.
Il nome di Tina Rispoli era già balzato alla ribalta della cronaca locale a metà ottobre, quando la vedova del ras è stata indagata, insieme al nipote Crescenzo, per associazione mafiosa. L’inchiesta non ha portato per il momento all’emissione di misure cautelari nei loro confronti ma agli atti ci sono le compromettenti dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia eccellenti, oltre ad alcune intercettazioni. È la mattina del 7 dicembre 2016 quando la presunta capozona Maddalena Imperatore e Raffaele Barretta, discutendo della distribuzione di alcune somme di denaro, finiscono involontariamente per tirare in ballo l’intera cupola del clan Marino. La conversazione è scottante e i nomi che ne vengono fuori sembrano lasciare poco spazio all’immaginazione. Il passaggio chiave si manifesta quando i due interlocutori parlando di un costoso Rolex “Daytona” che bisogna vendere per far fronte agli onorari degli avvocati che bisognerà pagare al termine di uno dei processi che vedeva all’epoca imputato Roberto Manganiello.
Barretta a un certo punto si sbilancia: «Il venti gennaio vai, allora quando vai lì digli io ho parlato con Raffaele, gli ho fatto l’imbasciata dell’orologio. Il 20 gennaio te li porto io i cinquemila euro. Se lui per il 15 gennaio non mi porta i cinquemila euro si viene a prendere l’orologio e me lo vende e mi dà i cinquemila euro. Però io l’orologio non glielo voglio far vendere, te li porto io i cinquemila euro, perché io questo mese qui adesso faccio un casino. Adesso mi vedo anche con Crescenzo (figlio di Gennaro Marino, ndr), ieri non lo trovai, perché gli porto un altro mille euro e gli ho dato duemila euro, mille glieli ho dati di trenta, quelli che si prendono lui e Titina (Immacolata Rispoli, ndr). Quindi praticamente se io adesso glieli do…». A questo punto interviene Imperatore: «Va bene, adesso quelli li deve dividere con noi!». Secondo gli inquirenti della Dda questo passaggio rappresenterebbe uno degli elementi a supporto della tesi secondo la quale – ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria – Tina Rispoli e il nipote Crescenzo, almeno fin quando era in vita il ras Gaetano, avrebbero attivamente preso parte alla gestione della cassa del clan percependo quote e importanti somme di denaro.