Per poter controllare il territorio di Soccavo ai confini del rione Traiano a Napoli il clan Grimaldi minacciava i pentiti e i loro familiari affinche’ nessuno seguisse il loro esempio; controllava le attivita’ imprenditoriali ed economiche; riciclava dei soldi che incassava ogni mese. E aveva creato una cassa comune diversa da quelle di altre cosche, una sorta di ‘ufficio previdenziale’ parallelo.
A controllarlo il capoclan Ciro, e sotto di lui c’era il contabile, Giuseppe Rocco, che gestiva gli aspetti economici e finanziari delle attivita’ del gruppo, mantenendone la cassa e provvedendo alla suddivisione e distribuzione delle ‘mesate’ agli affiliati. Ognuno versava la sua quota e cosi’ facendo contribuiva a rimpinguare le casse della cosca. Il contabile ogni mese pagava prima i detenuti, poi le loro famiglie, i boss, e chi non poteva piu’ ‘lavorare’ perche’ ferito o perche’ sorvegliato speciale. Un meccanismo perfetto che a un certo punto si rompe.
Lo racconta il gip di Napoli, Chiara Bardi, in 700 pagine della misura di custodia cautelare che ha portato al carcere 33 persone. Le richieste dei pm di provvedimenti restrittivi erano oltre 50, ma le indagini sono datate, risalgono al 2013 e molti degli indagati erano gia’ stati arrestati per reati associativi, rendendo inevitabile il rigetto della richiesta. Il clan Grimaldi, dopo l’arresto dei boss, si sgretola e cosi’ sale alla ribalta il clan Vigilia, con Alfredo detto ‘o niro’ e Pasquale, poi assassinato. “Un frammento della realta’ camorristica del quartiere di Soccavo, appannaggio storicamente del clan Grimaldi, caduto in disgrazia – scrive il giudice – ricostruite in particolari le vicende che hanno portato alla nascita e all’ascesa di un nuovo sodalizio, scissosi dai Grimaldi e facente capo ai Vigilia che per salire al potere ha approfittato della detenzione dei boss dei Grimaldi. Una fazione legata al vecchio clan Grimaldi, all’epoca capeggiato da Antonio Scognamillo, tornato in carcere tra giugno 2013 e febbraio 2014. Un’altra capeggiata dai rampolli della famiglia Vigilia, diventata egemone nel quartiere negli ultimi anni e poi la compagine della famiglia Sorianiello dedita ai traffici delittuosi in materia di sostanza stupefacenti”.
Antonio Scognamillo una volta in liberta’ ha riorganizzato il clan e “ha allestito un continuativo e redditizio traffico di cocaina, anche a carattere transnazionale, garantendo al clan i fondi necessari per munirsi di armi per combattere contro gli scissionisti. Questo perche’ Pasquale Vigilia ha tentato la scalato al potere, unendo attorno a se’ giovani intraprendenti e alcuni affiliati storici, intenzionati a recidere il loro legame alla famiglia Grimaldi”, spiega il magistrato. Sono stati arrestati tutti, di tutte le fazioni presenti a Soccavo: i Grimaldi innanzitutto, ma anche i Vigilia e i Sorianiello, che gestiscono la piazza di droga chiamata ’99’.