L’ex presidente della Regione Campania candidato al Senato: «Battaglia per il Sud e per la riduzione della pressione fiscale»
di Emiliano Caliendo
Stefano Caldoro, capo dell’opposizione a De Luca in Consiglio regionale della Campania. Ma soprattutto ex presidente di Regione, ministro, sottosegretario e parlamentare, prima del Psi, poi di Forza Italia, in cui milita da una vita. Oggi è di nuovo in corsa per il Parlamento in qualità di candidato del centrodestra al Senato nel collegio uninominale Campania 04.
Presidente Caldoro, lei ha numerose campagne elettorali alle spalle. Questa è la prima al tempo della crisi energetica e di una spirale inflazionistica che non appariva da tempo. Che elettorato ha incontrato in queste settimane e cosa le chiedono gli elettori?
«Il Paese attraversa una fase difficile. Ci stiamo lasciando alle spalle l’emergenza Covid ma ora abbiamo un’inflazione fuori controllo e il dramma del ‘caro bollette’. Famiglie ed imprese sono in sofferenza ed è per questo che è necessario un Governo stabile, forte ed eletto dai cittadini. Oltre che capace di fare gli interessi degli italiani con una vocazione europeista».
Se dovesse essere eletto, ci sarebbe una tematica o una battaglia in particolare di cui vorrebbe occuparsi in Parlamento?
«Credo al gioco di squadra. Ma farò come sempre una battaglia per il Sud e per la riduzione della pressione fiscale. Condurremo inoltre delle battaglie per la decontribuzione sulle nuove assunzioni, per sostenere i giovani. Non ci sono sfide personali, c’è un gioco di squadra che serve per arrivare agli obiettivi».
I sostegni della Regione e del Governo
Da capo dell’opposizione in Consiglio regionale, come valuta il recente Piano Aiuti, varato dal presidente De Luca, in soccorso a imprese e famiglie?
«Quando ci sono risorse per famiglie ed imprese è sempre positivo. Credo che la Giunta avrebbe potuto fare prima ed andare oltre i 400 milioni. Si poteva arrivare a 600 restituendo ai campani tutto quello che si è preso dalle tasse più alte d’Italia».
Reddito di cittadinanza: secondo lei va abolito o ritoccato? Nel secondo caso, quali modifiche apporterebbe?
«Il reddito, lo ha ricordato anche il Presidente Berlusconi, non va abolito. Le fasce deboli, soprattutto in alcuni quartieri della città, da Barra a Ponticelli, da San Giovanni alla Sanità, da Scampia a Miano, necessitano di questa misura. In alcuni casi, per chi è più in difficoltà, il reddito di cittadinanza va confermato. Bisogna recuperare risorse intervenendo su quei giovani per i quali si può costruire un percorso lavorativo con 1000 euro per apprendistato in azienda».
Patto per Napoli: va preservato? Concorda che è la condizione senza la quale la città non potrebbe più riprendersi?
«Assolutamente sì. È un’opportunità per Napoli ma bisogna accelerare, sburocratizzare alcune procedure ed evitare che famiglie ed imprese, con le tasse, paghino un prezzo troppo alto. Come Forza Italia abbiamo fatto, in questa direzione, diverse proposte».
Politica estera: sono otto mesi che imperversa un conflitto nel cuore dell’Europa. Come valuta la posizione dell’Italia? Serve un appeasement con la Federazione Russa oppure bisogna continuare nel sostegno militare all’Ucraina?
«Bisogna fare di tutto perché il conflitto termini. Purtroppo, se ne parla troppo poco ma il dramma è tutto lì. L’Italia ha avuto, in linea con l’Europa, una posizione chiara in sostegno dell’Ucraina. Alle sanzioni non vi erano alternative ma bisogna scegliere in Europa misure realmente efficaci e fronteggiare l’impatto della crisi sull’economia italiana».
L’abbandono di De Siano, Pentangelo, Sarro e Cesaro
Dirigenti politici che lei conosce molto bene in quanto ex membri di Forza Italia – i parlamentari De Siano, Pentangelo, Sarro e l’ex consigliere regionale Cesaro – hanno annunciato il loro l’endorsement al Terzo Polo. Come giudica questa scelta? Se ne pentiranno?
«Non voglio commentare, per stile, le decisioni di chi abbandona la propria comunità. Dico, però, che nella vita bisogna avere gratitudine ed essere coerenti e mai tradire».
Lei fu tra i promotori della raccolta firme per un referendum che avrebbe potuto costituire una Macroregione del Sud. Ecco, da autonomista, come valuta il progetto di autonomia differenziata elaborato dal ministro Gelmini? Può andar bene o condivide le paure di chi, come De Luca, ritiene che danneggerebbe la Campania, soprattutto se si lasciasse alle regioni una parte fissa del gettito fiscale da Iva, favorendo così le regioni del Nord?
«Il sistema delle autonomie è un’opportunità se inserito in un disegno organico. Se si riequilibra la distribuzione delle risorse, dalla sanità ai trasporti. Se si garantiscono in maniera uguale i diritti costituzionali. In poche parole, più risorse e opportunità al Sud. Altrimenti non saremo mai d’accordo. Credo in un processo ampio di riforme a partire dal Presidenzialismo. Oltre i recinti, oltre le posizioni ideologiche e di difesa dell’esistente».