L’organizzazione con base a Sorrento e a Castellammare di Stabia era diventata il terrore di almeno dieci imprenditori già messi alle corde da mesi di emergenza covid
di Luigi Nicolosi
Scacco alla holding dell’usura che negli ultimi due anni avrebbe messo in ginocchio almeno dieci commercianti e imprenditori di due importanti comuni della Campania. Il blitz è scattato alle prime luci di oggi e ha visto entrare in azione i carabinieri del comando provinciale di Napoli, i quali hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere e una all’obbligo di firma, oltre a sequestri di beni mobili e immobili per centinaia di migliaia di euro. Si è trattato di un’importante operazione anti usura condotta dai militari dell’Arma coordinati dalla Procura di Torre Annunziata. Le misure sono state eseguite tra la Penisola Sorrentina e Castellammare di Stabia.
Questi nel dettaglio gli indagati coinvolti nell’inchiesta: Angelo Marchitano, Castellammare, 49 anni (in carcere); Giuseppe Di Martino, Vico Equense, 41 anni (in carcere); Alessia Savarese, Vico Equense, 30 anni (carcere); Michele Ferraro, Vico Equense, 38 anni (in carcere); Marianna Annunziata, Vico Equense, 37 anni (in carcere); Mario Ferraro, Vico Equense, 36 anni (obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).
Sfogliando le oltre novanta pagine del provvedimento cautelare emesso dal gip di Torre Annunziata, Antonello Anzalone, si scopre così che i sei indagati devono a vario titolo rispondere di oltre dieci episodi di usura aggravata, tutti consumatisi tra il 2018 e l’inizio del 2020. Nel mirino della gang di strozzini sarebbero così finiti soprattutto commercianti e imprenditori, anche quelli già stritolati negli ultimi mesi dalla crisi innescata dalla pandemia covid e dallo stato di bisogno che ne è derivato. Angelo Marchitano, Michele Ferraro e Mario Ferraro rispondono ad esempio del prestito usuraio perpetrato nei confronti del legale rappresentante di una nota carpenteria metallica. Marchitano, stando alla ricostruzione dei pm, avrebbe fornito la necessaria provvista economica, Michele Ferraro avrebbe consegnato il denaro e pattuito le condizioni per la restituzione, Mario Ferraro sarebbe in seguito subentrato a Michele nello stesso ruolo.
Ricevuta la somma totale di 12mila euro, la vittima accettava di pagare un interesse mensile del 10 per cento. La stessa persona sarebbe però finita anche nella morsa di Giuseppe De Martino e Alessia Savarese, ai quali, a fronte di un prestito di 14mila euro, da restituire sempre con un tasso del 10 per cento. Ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria, sarebbero stati almeno dieci gli episodi di cui la gang con base tra Sorrento e Castellammare si sarebbe resa protagonista. La delicata attività di indagine è andata in porto grazie a una fitta sequenza di intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre sulla scorta delle denunce presentate da alcune delle vittime.