Intervista al dottor Vincenzo Stefanelli, candidato alle prossime elezioni dell’Ordine dei biologi della Campania e del Molise
La figura del biologo assume ogni giorno di più un ruolo cruciale nella vita di tutti i giorni. Dalla sicurezza sanitaria all’ambiente. Una professione che dovrà essere tutelata e aiutata a svilupparsi anche grazie agli ordini professionali. In questo senso la legge dell’11 gennaio 2018 ha stabilito la soppressione dell’Ordine nazionale dei biologi, le cui funzioni saranno ripartite – così come è per le altre professioni sanitarie – tra undici Ordini territoriali e la Federazione nazionale degli Ordini dei biologi. La tornata elettorale si svolgerà in prima convocazione nei giorni 12, 13 e 14 novembre. Seconda e terza convocazione sono previste per il 19, 20, 21 e 26, 27 e 28. Alla consultazione sarà presente, con i suoi candidati, anche la lista «Biologi per il rinnovamento» che per l’occasione ha stilato un programma molto articolato.
«Il lavoro del biologo interessa diversi settori» afferma il dottor Vincenzo Stefanelli, responsabile unità operativa semplice tutela delle acque e dell’ambiente dell’Asl Napoli 1, a Stylo24. «C’è una parte che riguarda la sanità pubblica – spiega – che è rappresentata prevalentemente dal patologo clinico, così come nella sanità privata abbiamo i laboratori di analisi. Ovviamente nella sanità pubblica il biologo è impegnato in tanti settori della diagnostica clinica, la stessa cosa riguarda anche quella privata. Poi c’è tutta la parte che riguarda il biologo nutrizionista che è un settore dove stiamo crescendo come consensi in maniera esponenziale e una parte che riguarda il settore dell’ambiente e anche qui possiamo svolgere un grande ruolo visto che l’argomento è molto vasto».
La svolta degli ordini territoriali
Quali sono le prospettive per i biologi e l’ordine? «Poiché è la prima volta che votiamo per un consiglio regionale è un momento di svolta. Avendo una rappresentanza regionale possiamo partecipare a tanti tavoli tecnici a cui ovviamente prima non saremmo stati invitati. Adesso abbiamo una rappresentanza in regione dove possiamo sicuramente far valere le caratteristiche dei biologi ed avere poi dei riscontri. Un dialogo che fino a oggi, avendo solo il consiglio nazionale, è stato solo a livello nazionale».
Quale sarà, secondo lei, l’evoluzione della professione? «Il biologo alla fine è una professione giovane, ma ci muoviamo su quattro macro settori: l’aria, acqua, alimenti e nutrizione, sicurezza sul lavoro e la parte di diagnostica clinica e privata. Per quanta riguarda l’aria abbiamo tutto quello che riguarda la sua tutela e dove la figura trova una consacrazione soprattutto nella tutela della salute nel momento in cui, per esempio, andiamo a fare le valutazioni di impatto ambientale, di analisi del rischio, le emissioni in atmosfera».
«È una sezione molto importante anche alla luce della pandemia da covid, dove si è visto che c’è una stretta correlazione tra contaminazione dell’aria e poi un’amplificazione della capacità di veicolare. Quindi per i soggetti fragili è particolarmente importante lavorare su questo aspetto. Di recente c’è stato un dpcm dove si richiama l’importanza della qualità dell’aria a livello indoor, soprattutto nelle scuole dove c’è una problematica che va affrontata. E chi meglio del biologo può avere un ruolo fondamentale della valutazione dei contaminanti dell’aria a livello indoor dove ci sono tanti soggetti fragili».
L’evoluzione della professione
L’ordine che impatto può avere nell’evoluzione della professione? «Notevole, e la nostra lista “Biologi per il rinnovamento” è talmente variegata che il presidente D’Anna è riuscito a comporre una compagine che ha alte professionalità in tutti i settori. Se osserva tutta la lista può notare che abbiamo tutte le rappresentanze dei settori dove sono impiegati i biologi. Dal cosmetologo al nutrizionista. Abbiamo tante figure. La compagine è in grado di rispondere a tutte quelle che sono le esigenze».
Che possibilità ci sono oggi per un giovani laureato? «Un giovane laureato può avere un grande sviluppo nel settore della sicurezza ambientale e a breve avremo il recepimento della direttiva 2020/2184 che sarà una svolta epocale per la sicurezza dell’acqua a uso umano. Finora abbiamo i gestori delle acque che fanno i controlli di tutta la rete fino al punto d’ingresso degli edifici. Con questa direttiva partirà l’obbligo di fare dei piani di sicurezza in tutti gli edifici sensibili, in tutti i comuni, in tutti gli edifici privati».
«Ovviamente il biologo è l’unica figura professionale che ha le competenze per la valutazione di questi piani di sicurezza che tendono ad assicurare la qualità dell’acqua anche nella propria abitazione ma che porterà risvolti anche di risparmio a livello energetico. Per esempio il minor utilizzo di bottiglie di plastica andrà sicuramente a ridurre l’impatto ambientale. Ci sarà molto lavoro da fare e si dovrà gestire bene, con le competenze adeguate. La lista “Biologi per il rinnovamento” ha tutte le figure necessarie».