di Giancarlo Tommasone
La battaglia tra compagnie armatoriali, da una parte Tirrenia-Moby, dall’altra Grimaldi, si gioca soprattutto sul terreno dell’occupazione. Perché il nodo della questione starebbe tutto nell’impiego che si farebbe dei marittimi non comunitari a discapito di quelli italiani. E’ una partita in cui hanno un ruolo fondamentale anche le agenzie di manning, vale a dire le società che sono addette alla formazione e alla selezione degli equipaggi. Suddette agenzie sono considerate essere ‘indirettamente’ troppo vicine al mondo dei sindacati di categoria, e in particolare a quelli della Triplice (Cgil, Cils e Uil).

Inoltre starebbero facendo gioco di sponda a Confitarma, confederazione degli armatori, dalla quale, a novembre del 2015, si è allontanato Vincenzo Onorato, patron della Tirrenia e principale attore della campagna dell’italianità a bordo, condotta contro Manuel Grimaldi (patron dell’omonimo gruppo). «In meno di cinque anni la politica della Confederazione Armatori porterà alla fine della bandiera italiana… Noi, in questo contesto, siamo degli armatori eretici: 70 navi tutte bandiera italiana e 4.000 dipendenti tutti italiani. La Confitarma oggi non difende più niente di italiano, ma solo gli interessi di un paio di gruppi armatoriali che navigano con mille bandiere e con marittimi non comunitari, pagati con una manciata di dollari al mese», aveva sottolineato Onorato attraverso una lettera in cui spiegava i motivi del suo addio all’associazione. Un messaggio più che chiaro, diretto proprio a Grimaldi che nel 2015 era presidente di Confitarma.

Facciamo un passo indietro e torniamo alle agenzie di manning. Che ruolo hanno e che legame c’è con i sindacati? Le agenzie si occupano della selezione dei marittimi da imbarcare. Nel caso in cui ci sia da mettere sotto contratto un lavoratore, queste ultime si rivolgono al sindacato del Paese dell’armatore. E’ il primo step. Il fatto che le agenzie di manning siano considerate essere troppo vicine ai sindacati confederali e a Confitarma, apre l’ennesimo fronte della battaglia tra Onorato e Grimaldi.

Sollevando non poche polemiche, soprattutto per quanto riguarda l’impiego di marittimi non comunitari, per i quali gli armatori versano un contributo annuale ai sindacati. Ciò in virtù di un accordo sottoscritto nel 2003 tra Confitarma e sigle della Triplice (Filt Cgil, Fit Cisl e Uil trasporti).

Di contro, la campagna del «navigare italiano» è stata ‘benedetta’ anche da Alessandro Pico, segretario nazionale di Federmar Cisal. Secondo Pico (dati del 2017) il rapporto tra marittimi comunitari e non, a bordo, è di 2 a 8. Ciò, afferma Pico, rappresenta un danno gigantesco anche per l’Inps. E il ruolo delle agenzie di manning in tutto questo? E’ lo stesso segretario a spiegarlo, nel corso di un’intervista a Il Tempo. Il quotidiano diretto da Gian Marco Chiocci, a fine novembre scorso aveva condotto una inchiesta a puntate sulla ‘battaglia navale’. «(Le agenzie di manning) hanno un mercato collegato con i Paesi dove hanno la possibilità di assumere personale – dichiara Pico – Il lavoratore così può anche mettersi nei loro registri e se ha l’opportunità viene chiamato in una nave dove l’armatore fa richiesta. In realtà il compito vero è quello di mandare a bordo una persona che sia a totale disposizione dell’armatore, che non crei problemi».
(III – Continua)
Le altre puntate dell’inchiesta: Tirrenia schiera la flotta «tricolore» contro Grimaldi, Un mare di soldi (ai sindacati) per la battaglia navale Tirrenia-Grimaldi