di Giancarlo Tommasone
Secondo le indagini scattate immediatamente dopo la sparatoria ai «baretti», a essersi fronteggiati sarebbero gli appartenenti a due gruppi, uno proveniente da San Giovanni a Teduccio, l’altro invece da Fuorigrotta. I ragazzi della prima gang – tengono a sottolineare gli inquirenti – sono legati da vincoli di parentela ai Mazzarella, quelli della seconda ai Troncone di Fuorigrotta. Parliamo di circa cinquanta persone in totale che hanno cercato di entrare in contatto in ogni modo e sfruttando ogni pretesto. Ci sono riuscite con poche difficoltà. Prima la rissa, successivamente le pistolettate.
Ad aprire il fuoco sarebbero stati componenti del gruppo di Fuorigrotta, dopo aver avuto la peggio durante lo scontro iniziale. La situazione a Chiaia continua ad essere delle più preoccupanti. In zona è stato possibile accertare la presenza di numerose batterie provenienti sia dalla periferia che dal centro città. Acclarata ad esempio la presenza della paranza di Mergellina, del sodalizio che vede sotto lo stesso vessillo giovanissimi dei Quartieri Spagnoli e di Secondigliano, della squadra originaria di Forcella. Accanto a questi gruppi anche quelli di San Giovanni a Teduccio e di Fuorigrotta.

Scelgono la zona di Chiaia e del Lungomare per confrontarsi, molto spesso lo scontro è premeditato e fissato giorni prima. Poi sui social si comincia a diffonderlo, come si fa con un rave-party. Indispensabile per le baby-gang l’utilizzo di Facebook. Notiamo che soprattutto i gruppi del centro città hanno preso l’abitudine di farsi fotografare in «branco», armati, per intimidire i rivali e che quei ragazzi che si autoproclamano guida delle gang si fanno immortalare con coltelli, pistole e finanche fucili mitragliatori.
I volti sono spesso travisati da sciarpe e cappellini, ma non mancano gli scatti con i componenti della batteria a torso nudo e il fuoco sullo sfondo. Del resto fanno proprio del fuoco, del piombo e del sangue i propri simboli distintivi.