È davvero strano – per non usare il termine «surreale» – che la Cgil, il sindacato più importante d’Italia, senta l’esigenza di scrivere una lettera di chiarimento a un organo di informazione che ha solo raccontato quel che un sindacato dovrebbe fare, sempre e comunque: difendere un lavoratore. Nel caso in questione, l’avvocato dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale.
È davvero strano – per non usare il termine «surreale» – che la segreteria regionale della Filt-Cgil Campania senza l’esigenza di chiarire al nostro quotidiano che gli stessi sindacalisti, firmatari di un documento a difesa del collega, non avevano intenzione di portare a conoscenza del pubblico il «contenuto della nota richiamata nell’articolo» pubblicato da Stylo24 nei giorni scorsi. «Né in forma diretta né in forma mediata» specifica ancora il comunicato di rettifica del Sindacato rosso che, anzi, «prende le distanze da ogni forma di spettacolarizzazione e strumentalizzazione della vicenda».
Come se raccontare che un sindacato, che si batte per un lavoratore trasferito contro la sua volontà in un altro ufficio, fosse una «spettacolarizzazione» e una «strumentalizzazione».
Come se la stampa dovesse scrivere solo dietro l’autorizzazione della Cgil. Non ponendosi in quel caso – perché a essa funzionale – la «spettacolarizzazione» e la «strumentalizzazione» (di chi o di che cosa, poi?).
Se un organo di informazione racconta di un sindacato impegnato in una vertenza, certamente rende più forte la difesa del lavoratore finito sott’attacco. Ma alla Filt-Cgil non la pensano così, evidentemente. Come cambiano i tempi.
Ce ne faremo una ragione. E continueremo a scrivere.