(La quarta puntata dell’inchiesta sulle spese dell’Autorità di sistema portuale del Mare Tirreno Centrale, guidata da Pietro Spirito. Leggi le prime tre puntate 1 – 2 – 3)
Per raccontare i «lavoratori del porto» serve non un videomaker normale, ma addirittura un reporter di guerra. Uno che ha calcato i teatri dei conflitti mediorientali. Esagerazione? Mica tanto se si legge la determina nr 19, firmata il 16 maggio 2017, dal segretario generale Francesco Messineo. Nella quale viene affidato, per 2440 euro (più Iva), l’incarico di realizzare il video a un «filmaker esperto nella realizzazione di opere dal forte impatto visivo per l’esperienza maturata in territori di guerra e/o di realtà complesse come l’Africa, l’Afghanista». Un professionista «in grado di cogliere gli aspetti umani, più che operativi, degli uomini che lavorano nello scalo partenopeo».

Altri 5mila euro (più Iva), l’Autorità di sistema portuale del Mare Tirreno Centrale li paga (determina nr 72/17) per la «rielaborazione del video istituzionale» sia in inglese che in italiano. Ovvero, per «montare le immagini secondo il nuovo piano elaborato dall’ufficio stampa» nella duplice versione.
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