di Giancarlo Tommasone
Capita spesso in una coppia, che compagna e compagno di vita, facciano lo stesso lavoro. Accade in tutti i campi e a tutte le latitudini, accade pure nella pubblica amministrazione strettamente legata alla politica.
Accade a Napoli dove si registra il caso
dell’incarico di staffista del sindaco metropolitano,
affidato a Federica Capuano.
Quest’ultima, 33 anni, è entrata (in quota Alessandra Clemente) a Palazzo Matteotti, in virtù di una collaborazione a tempo determinato (naturalmente, retribuita). Avrà il compito di coadiuvare Luigi de Magistris in occasione di eventi e convegni. Da quanto risulta a Stylo24, da settimane, Capuano (da sempre attiva nel movimento arancione), seguirebbe con ancora maggiore frequenza de Magistris, ma nell’ambito di impegni istituzionali da fascia tricolore partenopea, piuttosto che da sindaco di Città Metropolitana.
C’è di più, e ci riallacciamo al discorso iniziale: la staffista è la compagna di Alberto Corona, 35 anni, capo staff (con stipendio da 55mila euro all’anno) dell’assessorato ai Giovani, che poi è quello guidato da Alessandra Clemente. Attenzione, non si mette minimamente in dubbio la preparazione di Capuano, né tanto meno, va sottolineato, nulla osta al suo incarico.
Si apre piuttosto un dibattito sull’opportunità
di far ricoprire tale ruolo a Città Metropolitana,
dalla 33enne, visto il legame familiare con Corona.
Una situazione singolare, che potrebbe indurre qualcuno a pensare che gli incarichi siano affidati a parenti e amici, attraverso dinamiche di «nepotismo»; «costume» che, invece, almeno stando alle dichiarazioni più volte rese da componenti dell’Amministrazione arancione, negli ultimi otto anni (periodo dei 2 mandati del sindaco de Magistris) sarebbe stato bandito da Palazzo San Giacomo, come da Palazzo Matteotti.

Nella realtà, però, accadrebbe perfettamente il contrario, rispetto a quanto sbandierato; lo dicono i fatti. Che si registrano proprio presso l’ex Provincia, diventata ormai una sorta di «ufficio di collocamento». Lasciando stare il caso del capo di Gabinetto Pietro Rinaldi (90mila euro all’anno), di cui ci siamo ampiamente occupati, va ricordato quello recente della nomina da parte di de Magistris, di Fabio Matteo a vice capo di Gabinetto. Matteo, a fine maggio, aveva lasciato il ruolo di amministratore delegato della Armena Sviluppo.
Il posto presso la partecipata (di Città Metropolitana), era stato reclamato dai Verdi, già all’epoca del mini rimpasto di ottobre scorso in Comune. Tutto era partito con l’allontanamento dalla giunta, dell’assessore Maria D’Ambrosio. In un «gioco» di spostamento di pedine, de Magistris è riuscito infine a ricucire lo strappo con i Verdi.

Ma in che modo? Per ricoprire il posto alla Armena, era stato individuato Lello Caiazza, consigliere comunale degli ambientalisti (ed ex candidato sindaco in una coalizione con deMa) a Melito. Ma visto che il ruolo di consigliere è incompatibile con quello di dirigente di una società pubblica, l’incarico è stato assegnato a Roberta Cibelli, che è la moglie di Lello Caiazza, e che tra l’altro risulta essere ancora capo ufficio stampa di un’altra partecipata (del Comune di Napoli, questa volta), il Caan di Volla.

Detto ciò, è evidente come Città Metropolitana abbia un ruolo focale nella stabilizzazione degli equilibri di Palazzo San Giacomo, attraverso la sistemazione di tessere nel mosaico del «potere». Tornando infine all’incarico di staffista a Federica Capuano, compagna di Alberto Corona, capo staff di Alessandra Clemente, ci chiediamo cosa pensi l’assessore rispetto all’opportunità di tale affidamento.

Non abbiamo altro modo per farlo, se non interrogarla dalle colonne del nostro giornale, visto che anche lei rispetta pienamente e diligentemente, l’embargo attuato nei nostri confronti dal «MinCulPop» di Palazzo San Giacomo. Alla discussione (sui motivi di opportunità), naturalmente, è invitata a partecipare anche l’opposizione.