Al netto di una certa simpatia di cui Luigi de Magistris e il suo cespuglio deMa godono in alcuni ambienti della stampa cittadina e nazionale, il sedicente congresso nazionale di venerdì al cinema Modernissimo di Napoli sancisce – agli occhi di chi vuole vedere – il fallimento dell’esperienza politica dell’ex pm d’assalto. Sono almeno dieci i motivi per cui l’assemblea nazionale di deMa è un clamoroso flop.
1) Dov’erano i mille iscritti di deMa? C’erano – a occhio e croce – poco meno di 200 persone in una sala che ne ospita il doppio.
2) Perché non erano presenti i presunti alleati Yanis Varoufakis e Jean-Luc Melenchon?
3) Perché non erano presenti delegazioni dei movimenti di sinistra francese e greca?
4) Perché nessun leader dei movimenti europei ha inviato un messaggio di auguri in occasione dell’assemblea?
5) Dov’erano le delegazioni degli altri partiti?
6) Dov’erano le delegazioni dei sindacati?
7) Che idea di democrazia offre un movimento nazionale che, senza assemblee di base, elegge direttamente il presidente-fondatore e il coordinamento?
8) Che garanzia di unità offre un movimento nazionale che vede defezioni tra i suoi stessi simpatizzanti (i consiglieri Laura Bismuto e Claudio Cecere)?
9) Che ambizioni nazionali può avere un movimento che riesce a richiamare solo amministratori locali di terza e quarta fascia?
10) Ma soprattutto: a parte l’ammuina, qual è il programma politico (economia, Europa, sicurezza, ricerca, esteri) di deMa?