di Giancarlo Tommasone
Per gli inquirenti è il «cliente 25» ed ha acquistato droga mentre era a lavoro. E’ un operatore ecologico dipendente dell’Asia di Napoli, un autista di mezzi per la raccolta dei rifiuti. Nell’ordinanza eseguita lo scorso novembre contro il clan Lo Russo, vengono riportate due conversazioni telefoniche intercettate dalle forze dell’ordine; sono avvenute tra il cliente 25 e un pusher dei «capitoni». Alla fine di entrambe si concretizza la cessione di cocaina.

Con una inchiesta Stylo24 aveva rilevato il particolare, non certo trascurabile, relativo all’autista di un mezzo pesante, che durante lo svolgimento del proprio lavoro acquista cocaina. Non è da scartare l’ipotesi che lo stesso operatore si sia messo alla guida sotto l’effetto di droga, rischiando di mettere a repentaglio la propria incolumità, quella dei colleghi e quella di eventuali malcapitati incontrati sulla sua strada. Tramite il servizio pubblicato dal nostro giornale, della vicenda è venuto a conoscenza anche l’amministratore unico di Asia, Francesco Iacotucci: «I nostri operatori sono sottoposti periodicamente a visite mediche e a drug test – dice al nostro giornale -. Non appena appresa la notizia abbiamo avviato l’iter per rintracciare l’operatore di cui si parla nell’ordinanza, così da effettuare delle analisi, il cui esito ci dirà che strada intraprendere nei suoi confronti. La prerogativa di Asia è la tutela della collettività, della nostra azienda e dei nostri dipendenti. E’ pacifico il fatto che, nel caso l’operatore fosse trovato positivo al drug test, il primo step, una volta avvertite le forze dell’ordine, sarà quello della sospensione della patente, quindi non potrà mettersi alla guida di alcun mezzo. Parallelamente si deciderà su eventuali sanzioni o eventuale ricollocamento in altre posizioni di minore responsabilità».

«Del resto – conclude Iacotucci – noi abbiamo alcuni nostri dipendenti, naturalmente non si tratta di autisti, che sono inseriti all’interno di un processo al Sert e che hanno mansioni di natura diversa presso la nostra azienda. Si tratta di persone che sono seguite dalla struttura pubblica e per le quali viene doppiamente tutelata la permanenza al lavoro».