di Giancarlo Tommasone
Non è la prima volta e stando alle voci sconfortanti rilevate nelle scorse ore, non si tratterà nemmeno dell’ultima. La cronaca fa registrare l’ennesimo furto di medicinali portato a termine presso l’ospedale Ascalesi, a Forcella, nel cuore di Napoli. I ladri hanno fatto incetta di farmaci per la cura dell’epatite di tipo «C» e di «oncologici». Medicinali di quelli che si distribuiscono in compresse e fiale ai pazienti, e che per legge, si consegnano all’atto della dimissione. Al momento non si conosce il valore esatto del maltolto, si parla di circa 800mila euro. Michele Ferrara, direttore sanitario del nosocomio in cui è avvenuto l’ennesimo furto, contattato da Stylo24, ha riferito che per avere una stima precisa attende di parlare con il responsabile del reparto di Farmacia. Le indagini sono scattate immediatamente, ma per comprendere la complessità della ricerca in atto, bisogna tenere presente che per la rivendita di medicinali rubati, esiste un mercato parallelo, tra i più floridi, retto da una struttura molto articolata.

C’è innanzitutto bisogno di mezzi adatti al trasporto; alcuni medicinali devono essere trasferiti a determinate temperature, altrimenti diventano inservibili. La destinazione è quasi sempre estera, paesi dell’Est, soprattutto. In cima alla lista ci sono Romania e Albania, ma rappresentano un buon canale di smistamento anche gli stati della ex Jugoslavia. Tutti posti in cui il servizio sanitario ha standard alquanto bassi. Si sfrutta il trasporto su strada o addirittura quello via mare. Naturalmente, per quanto riguarda la seconda opzione, il tratto da percorrere dovrà essere breve e assicurato da imbarcazioni attrezzate per l’occorrenza. Quindi si sceglierà la Puglia come luogo da cui salpare alla volta dell’Albania. I guadagni sono da capogiro, e secondo i vertici dei Nas frutterebbero migliaia di volte l’investimento originario.
La nuova frontiera è rappresentata dalla vendita on line, come provano le ultime inchieste che hanno scompaginato organizzazioni criminali specializzate nell’offerta in rete dei farmaci trafugati. Un catena di montaggio anima l’attività illegale. Si parte dai basisti che avvertono del nuovo arrivo di «merce» presso l’ospedale di turno; poi tocca ai ladri; questi ultimi smistano – quasi nell’immediato – la refurtiva ai trasportatori o nel caso della vendita on line, ai gestori di depositi. La merce comincia a viaggiare secondo canali statutari oppure on line, e arriva a destinazione. Naturalmente una buona parte è già venduta. Dal furto si ricava inizialmente la metà del valore effettivo dei farmaci, ma i guadagni diventano vertiginosi nel momento in cui il medicinale è affidato a broker esperti che sanno come smistarlo dove ce n’è più bisogno, per far lievitare i prezzi. In alcuni casi si sono registrate – e sarebbero ancora organizzate – perfino delle aste per accaparrarsi preziosi lotti di medicinale.