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«Arrivammo a un passo dalla guerra tra gli Amato-Pagano»

di Redazione
15 Luglio 2021
in Primo Piano
Tempo di lettura: 2 minuti
Il ras Mario "Mariano" Riccio

Il ras Mario "Mariano" Riccio

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LA STORIA DELLA CAMORRA – Il racconto ai pm antimafia di Giovanni Illiano: «Il boss voleva uccidere Mariano Riccio»

Riprendiamo il racconto del pentito Giovanni Illiano, alle prese con l’incontro con Carmine Amato (leggi articolo precedente), all’epoca capo latitante della cosca degli Scissionisti. «Cominciò a parlare Carminiello e disse: “Perché Mariano (intendendo Mariano Riccio, altro capo della cosca, legato però ai Pagano, ndr) non è venuto?”. E Teatro rispose: “Ha mandato a dire che non può venire perché tiene le guardie con il fiato addosso”. Al che Carmine Amato: “Perché quello scornacchiato ha il mariuolo in corpo per il fatto di ‘o russ” intendendo che Mariano aveva ucciso o fatto uccidere D’Andò».

Il boss non era stato consultato

Aggiunge Illiano: «La cosa non mi sorprese più di tanto, perché nei giorni precedenti avevo sentito che Biagio Biancolella e Attanasio Liguori, fedeli di Carmine Amato, parlavano male di D’Andò e quindi mi aspettavo che l’omicidio fosse un fatto interno. Quello che mi sorprese fu che Amato ‘a vecchierella fosse estraneo e che Mariano Riccio avesse agito senza consultarlo. A quel tavolo si cominciò anche a discutere dell’opportunità di uccidere lo stesso Mariano Riccio e tutti i suoi fedelissimi».

La lista dei possibili bersagli

Racconta Illiano che «Teatro insisteva di far uccidere per forza Carmine Cerrato Takendò, vicinissimo a Mariano Riccio. Fu deciso di uccidere come primo Vincenzo Nappi e Carmine Amato affidò a me l’incarico dicendomi che mi sarei dovuto organizzare con Sabatino Palumbo, che mi avrebbe dovuto portare il motorino e Teatro fare da specchiettista».

Ma chi era Nappi? È sempre il collaboratore di giustizia a spiegare: «Si doveva colpire perché teneva tutto il giro di soldi di Mariano Riccio. Si commentò anche che Mariano Riccio aveva richiesto ad Amato l’autorizzazione ad uccidere Gaetano Marino, per motivi a me sconosciuti; che aveva inoltre richiesto un quantitativo di cocaina per le piazze di spaccio».

«Carmine Amato commentò che Giovanni poteva mandargli una macchina, 100-150 chilogrammi di cocaina, e che avrebbe potuto uccidere marino. Per quanto riguarda l’omicidio di Nappi, si prorogò un po’ e poi non se ne fece nulla. […] Successivamente vi fu l’incontro tra Mariano Riccio e Carmine Amato, a cui io non partecipai, e le cose si sistemarono».

2.fine

Tags: carmine cerratocesare paganogiovanni illianomariano riccioraffaele amato
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