I sindacati analizzano il primo anno alla guida dell’Autorità Portuale del Tirreno Centrale
di Fabrizio Geremicca
Il due febbraio ricorrerà un anno da quando Andrea Annunziata è stato designato dalla ministra De Micheli alla guida dell’Autorità Portuale del Tirreno Centrale, che ha competenze sui porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia. Ecco un bilancio del suo operato attraverso le voci di due sindacati (Si Cobas e Cgil) e della Culp, la compagnia dei lavoeatori portuali, alla quale fanno capo circa una settantina di lavoratori.
Teresa Sodano, addetta alla pesatura degli automezzi, è uno di essi. «Al presidente – dice – darei un sei. Sta temporeggiando ed in parte è ovvio perché con questa pandemia è difficile che si vada al di là dell’ordinaria amministrazione». La priorità da affrontare? «Va al di là del presidente – risponde la lavoratrice della Culp – ed è la sicurezza. Servono controlli più assidui da parte degli enti preposti ed occorre che siano verifiche vere, non formali. Su questo anche i sindacati dovrebbero essere più presenti».
Il sindacago Si Cobas boccia il suo operato
Peppe D’Alesio, segretario provinciale del Si Cobas dà un giudizio negativo del primo anno di Andrea Annunziata al timone dell’Autorità Portuale del Tirreno Centrale. «L’elemento più scadente della sua gestione – dice – sono le promesse non mantenute rispetto alle questioni dei contratti e delle condizioni di sicurezza nel porto. Da tre anni abbiamo sollevato il problema delle aziende autorizzate ad operare presso i terminal gestiti da altri concessionari».
Spiega: «Avevamo un tavolo aperto sulla problematica di una società che ha autorizzazioni su vari terminal, tra cui quello di Conateco. Lì abbiamo rilevato che operano con il sistema del lavoro con completa flessibilità e deregolamentazione e che i lavoratori sono pagati a forfait attraverso applicazione di contratti aziendali che delogano al contratto collettivo nazionale porti. I lavoratori hanno instaurato una causa che va avanti da tempo per il riconoscimdnto di differenze salariali pari a circa 50.000 euro. Abbiamo fatto la battaglia per il riconoscimento del contratto collettivo nazionale dei porti, ma ci segnalano che i lavoratori continuano ad essere reclutati a chiamata».
Prosegue: «Già con Spirito, il predecessore di Annunziata, organizzammo scioperi e blocchi e fummo convocati. Si avviò una procedura di sospensione dell’autorizzazione di quell’azienda. Annunziata su questo ci ha detto tate belle parole, ma non ha fatto nulla. Appurate le violazioni avrebbero dovuto pretendere che l’azienda si allineasse a leggi e contratti oppure revocare l’autorizzazione»
Conclude: «Nel frattempo i lavoratori che hanno denunciato irregolarità sono stiai esclusi. Il giudice di prima istanza del lavoro che lo ha saputo ha trasmesso gli atti alla Procura rlevando un probabile reato di estorsione».
La Filt Cgil e il piano dell’organico portuale
Amedeo D’Alessio, segretario campano della Filt Cgil, promuove invece i primi dodici mesi di Annunziata alla guida dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia. «Con lui – dice – si è rafforzata la concertazione tra sindacati ed Autorità, ci coinvolge sulle questioni. Poi ha sbloccato atti fomndamentali per lo sviluppo del sostema portuale, in primis il documento di pianificazione stategica che delinea all’interno del tavolo di partenariato il volto dei porti campani. Quel documento è importante perché propedeutico alla definizione del piano regolatore portuale».
Gestione dei fondi del Pnrr e decollo delle zone economiche speduali sono, secondo la Cgil, gli obiettivi da centrare nel 2022. «Mi aspetto anche – Prosegue D’Alessio – che sia l’anno per definire il piano dell’organico portuale. Va definito perchè andremo a dare un equilibrio generale al sistema dal punto di vista del lavoro». Sulla sicurezza, conclude, ««va definito il protocollo sulla sicurezza. A Napoli è in fase avanzata. Credo ci sia ancora qualche problema non relativo all’Autorità Portuale ma all’Asl».