Assassinato per un «inciucio» di quartiere, catturati i due presunti sicari e altri sei affiliati alla sanguinaria cosca della periferia ovest di Napoli
di Luigi Nicolosi
Vendetta su vendetta, sangue su sangue. Mentre Pianura brucia sotto i colpi dell’ennesima faida di camorra gli uomini dello Stato provano a lanciare un nuovo segnale e all’alba di oggi, sebbene gran parte di loro già detenuti, alcuni dei ras della camorra dell’area flegrea sono finiti in manette con accuse gravissime, tra cui quella di associazione mafiosa. In manette anche due dei presunti killer dell’innocente Raffaele Pisa, ammazzato nell’ambito di un’atroce vendetta trasversale.
La Squadra ,obile di Napoli ha dunque eseguito un’ordinanza di custodia cautelare che dispone il carcere per Giovanni Bellofiore, 35 anni; Alfonso Bruno, 43 anni; Rosario D’Angelo, 46 anni; Alfredo Foglia, 50 anni; Vincenzo Foglia, 29 anni; Salvatore Polverino, 52 anni: sono ritenuti gravemente indiziati di essersi associati tra loro, costituendo una stabile struttura organizzativa finalizzata al traffico di stupefacenti. Fatti commessi nel quartiere Pianura dal dicembre 2016, con l’aggravante di aver commesso il fatto allo scopo di agevolare le attività e gli scopi del clan Marfella-Pesce. Maurizio Legnante, 39 anni, e Vitale Perfetto, 42 anni, sono ritenuti gravemente indiziati dell’omicidio di Raffaele Pisa, avvenuto nel quartiere Pianura il 13 dicembre 2016, con l’aggravante di aver commesso il fatto allo scopo di agevolare le attività e gli scopi criminali dell’associazione camorristica denominata clan Marfella.
Quello di “Lello” Pisa è ancora oggi un delitto in parte avvolto nel mistero. Gli investigatori non escludono che possa essere stato scambiato per il fratello, che aveva ricevuto minacce da esponenti del clan Marfella- Pesce (come lui stesso ha raccontato alla polizia). Oppure “Lello” avrebbe pagato con la vita una voce, falsa, che si era diffusa nel quartiere a proposito di una presunta simpatia di due congiunti per il clan Mele. Chi vive in un quartiere popolare conosce gli affiliati ai gruppi malavitosi e coloro che invece non sono collegati alla criminalità organizzata. Ecco perché gli investigatori avevano posto all’epoca particolare attenzione alla fiaccolata in ricordo di Raffaele Pisa, ammazzato il 13 dicembre 2016 a Pianura, durante la quale è stata gridata da tutti i partecipanti la sua innocenza. Era un 32enne incensurato, che potrebbe essere rimasto vittima di una notizia infondata diffusasi nel quartiere e giunta alle orecchie degli uomini del clan Pesce-Marfella: «Lui e il fratello Gianluca sono simpatizzanti di Salvatore Romano detto “Muoll muoll” (legato al clan Mele e poi pentitosi, ndr)». Dunque il nome di Raffaele Pisa andrebbe ad aggiungersi (l’uso del condizionale è dovuto al fatto che le indagini sono ancora in corso) al lungo elenco di vittime innocenti delle guerre di camorra scoppiate in città negli ultimi anni.