Tensione alle stelle dopo il sequestro di frutta e verdura sulla Residenziale, Salvatore Confessore e il padre sfidano gli agenti: sui social anche minacce e pistole
di Luigi Nicolosi
Tensione alle stelle nella periferia orientale di Napoli, gli uomini della polizia locale sempre più nel mirino della gang di venditori abusivi che ieri mattina ha scatenato l’inferno sulla Residenziale. Dopo la rappresaglia di via delle Repubbliche Marinare e la conseguente raffica di denunce, questa mattina una “delegazione” della famiglia oggetto dell’indagine, tutt’altro che benintenzionata, si è presentata davanti agi uffici della municipale, in via Domenico Atripaldi, minacciando un’ulteriore escalation. Non appena i caschi bianchi hanno chiesto ai due “manifestanti”, il 26enne Salvatore Confessore (già deferito ieri) e il padre Pasquale, di fornire i documenti di identità ecco che la situazione è rapidamente degenerata. Non senza qualche difficoltà, i due malintenzionati sono stati comunque bloccati e portati al comando centrale. Rischiano adesso un’ulteriore denuncia.
Sul tavolo della Procura della Repubblica il capitano Gaetano Frattini, dirigente dell’unità operativa San Giovanni-Barra, ha intanto già fatto arrivare una dettagliata informativa in merito ad alcune gravi minacce che nelle ultime ore i famigliari dei due denunciati hanno fatto circolare sui social network. L’ultima in ordine di tempo mostra una donna che, pistola in pugno, avverte: «Con la forza vinci le battaglie ma con il carattere la guerra». Parole di fuoco, sulle quali investigatori e inquirenti vogliono adesso vederci chiaro. Salvatore e Pasquale Confessore, entrambi originari di Barra, erano del resto soggetti già da tempo noti agli archivi delle forze dell’ordine per svariati reati.
Quando al “tre ruote” con cui il 26enne ieri vendeva illegalmente frutta e verdura sulla Residenziale, il mezzo, risultato rubato, è stato restituito ai familiari del legittimo proprietario, un uomo di Scafati che però nel frattempo è deceduto per cause naturali. La figlia, rientrata in possesso dell’Ape, non ha potuto nascondere la propria commozione davanti agli uomini della municipale. La donna ha infatti spiegato che il padre era molto legato a quel mezzo e che quando alcuni anni fa gli è stato rubato ha pianto per diverse settimane a causa del dispiacere. Un dramma nel dramma, al quale si aggiunge adesso una preoccupante escalation di violenza di cui non si vede ancora la fine.