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Home Notizie di Cronaca

Altro che pusher: «Quelli hanno i milioni nei muri, facevano pure i lingotti d’oro»

di Luigi Nicolosi
23 Giugno 2022
in Notizie di Cronaca, Primo Piano
Tempo di lettura: 2 minuti
(Nella foto a sinistra il neo pentito Antonio Cocci)

(Nella foto a sinistra il neo pentito Antonio Cocci)

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Antonio Cocci, ex braccio destro del boss Antonio Ciccarelli, svela il “sistema” del Parco Verde di Caivano, la piazza di spaccio più grande d’Europa: «Vendono fino a due chili di cocaina a settimana»

di Luigi Nicolosi

Inquadrati dagli inquirenti come pesci piccoli della malavita caivanese, sarebbero in realtà narcotrafficanti di altissimo livello e dagli smisurati patrimoni economici. Un business milionario, costruito – neanche a dirlo – sul colossale affare dello smercio di droga al dettaglio. Non è un caso che il Parco Verde di Caivano abbia ormai da tempo soppiantato il sistema di Scampia e Secondigliano, diventando una delle piazze di spaccio più prolifiche di tutta Europa. A fare luce su questo meccanismo criminale ci sta pensando da alcune settimane il neo pentito Antonio Cocci, ex fedelissimo del boss Antonio Ciccarelli, che descrivendo il ruolo del capopiazza Carmine Lucarelli ha spiegato: «Nel riferirmi ai Lucarelli, posso dire che si tratta di persone milionarie. Ho saputo da Ciro Lucarelli che stipavano i soldi nelle mura. Facevano anche i lingotti d’oro. I Lucarelli si approvvigionavano di droga direttamente da Genny Sautto e sottobanco da Massimo Gallo».

È il 10 giugno scorso quando Cocci, da pochi giorni passato tra le fila dei collaboratori di giustizia, rende ai pm della Dda di Napoli una lunga e circostanziata deposizione, indicando i nomi dei ras del Parco Verde e svelando i loschi traffici di cui sarebbero protagonisti. Uno dei passaggi più incisivi è dedicato al gruppo Lucarelli, gente che il neo pentito sembra conoscere piuttosto bene: «Carmine Lucarelli “’o selvaggio” – ha spiegato Cocci – insieme al figlio ha una piazza di spaccio di fronte il palazzo di mia madre al piano terra. Lui gestisce la piazza più potente del Parco Verde. Vendono fino a due chili di cocaina a settimana. La vendono con il bilancino, non con i pezzi già fatti. Stanno in società lui e il figlio Ciro».

Nonostante la detenzione partita nel 2019, Cocci avrebbe continuato, grazie ad alcuni telefonini nella propria disponibilità, ad avere informazioni aggiornate in merito all’andamento degli affari al Parco Verde: «Attualmente ritengo che a gestire la piazza sia la moglie di Carmine Lucarelli, Susetta. Nel corso della videochiamata con Raffaele Vitale ho riconosciuto la casa dei Lucarelli e lui mi ha confermato di lavorare nella piazza di spaccio di Lucarelli. “’O mokito” in precedenza lavorava per i fratelli Russo. L’abitazione ha due ingressi. Io l’ho frequentata parecchie volte. In precedenza quando ero libero in quella piazza ho visto che ci lavoravano Emanuele Palmieri “sciacquaglione” e tale Mario, un ragazzo di Caivano che faceva il comico, cognato di “scopillo”, quest’ultimo dimorante al Parco Verde, dove gestisce una salumeria nel viale dove abita Antonietta Ruggiano».

Nel successivo passaggio Antonio Cocci rivela quindi un singolare retroscena: «Nel riferirmi ai Lucarelli, posso dire che si tratta di persone milionarie. Ho saputo da Ciro Lucarelli che stipavano i soldi nelle mura. Facevano anche i lingotti d’oro. I Lucarelli si approvvigionavano di droga direttamente da Genny Sautto e sottobanco da Massimo Gallo. Fui io a metterlo in guardia che Nicola Sautto aveva il sospetto che lui si riforniva sottobanco da Massimo Gallo e quindi di stare attento a rifornirsi di droga esclusivamente dai Sautto».

Tags: antonio ciccarelliantonio coccicaivanocamorrainchiestanapolinicola sauttoparco verdepentitospaccio di cocaina
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