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Home Inchieste e storia della camorra

Gli investimenti del clan Contini in Spagna: il ristorante a Ibiza

di Redazione
7 Ottobre 2019
in Inchieste e storia della camorra, Notizie di Cronaca
Tempo di lettura: 4 minuti
Ettore Bosti

Ettore Bosti

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Investe molto in Spagna la camorra del Vasto-Arenaccia, dietro le direttive di Ettore Bosti, che in terra iberica, come si evince da una serie di intercettazioni, viene chiamato «Mister Red», praticamente la traduzione inglese del soprannome del giovane boss, conosciuto all’anagrafe del «sistema» come ‘o russo (a causa del colore dei capelli rosso rame). Gli investimenti hanno il duplice scopo, spiegano gli inquirenti: da un lato servono a riciclare il denaro di provenienza illecita; dall’altro a implementare le ricchezze del clan. E poi, non bisogna dimenticare che il territorio spagnolo, rappresenta uno dei tre punti della triangolazione del traffico di stupefacenti: Bogotà, Madrid, Napoli.

Il clan Contini allora decide
di avviare il business della ristorazione
e sceglie, pure l’isola di Ibiza
per impiantare
alcune delle sue attività

All’apparenza imprese assolutamente legali, ma l’azione delle forze dell’ordine (indagini e intercettazioni) fa presto emergere come dietro quei locali ci sia la mano, la regia, e soprattutto, il denaro dei Contini. Nell’ordinanza relativa all’inchiesta che ha scompaginato il cartello dell’Alleanza di Secondigliano, l’attenzione degli inquirenti si focalizza su un ristorante, «L’Elephant» di Ibiza. «Dalle risultanze dell’attività investigativa, emergeva come Domenico Borriello (proprietario del locale, il cui nome non risulta però inserito tra quelli dei 214 indagati) fosse il destinatario di capitali accumulati illecitamente dal clan Contini ed in particolare da Ettore Bosti», è scritto nell’ordinanza a firma del gip Roberto D’Auria.

Gli investimenti
di Ettore Bosti,
chiamato
«Mister Red» nel corso
delle conversazioni
intercettate

«Bosti – annotano ancora gli inquirenti – in più occasioni aveva affidato dei soldi a Domenico Borriello, il quale li aveva investiti nel ristorante di Ibiza. Ovviamente l’imprenditore doveva garantire a cadenza prestabilita, parte degli incassi al giovane boss» e alla cosca di riferimento. E’ stato anche «mappato» il flusso di denaro che partiva da Esposito ed era diretto a «Mister Red»: i trasferimenti di soldi avvenivano attraverso i servizi offerti dalla Western Union e con l’utilizzo di prestanome. Quando gli affari non vanno bene, soprattutto a causa di ritardi da parte dell’imprenditore nel versare la quota, Ettore Bosti, sottolineano gli inquirenti si serve di suoi «fiduciari». Uno di questi «è Fabio D’Orto – è riportato nell’ordinanza -, che Bosti decide di inviare a Ibiza, presumibilmente per meglio salvaguardare i propri interessi», ed «affiancare Borriello nella gestione del ristorante».

I «fiduciari»
del giovane boss

I «fiduciari» hanno anche il compito di trasportare i soldi dalla Spagna a Napoli, nel caso in cui ci siano problemi con i trasferimenti attraverso Western Union, come capita in una occasione, quando viene raggiunto il limite massimo, cosa che rende impossibile il procedere nell’operazione. Nell’inchiesta in oggetto, si fa riferimento anche a Gabriele Esposito, imprenditore napoletano del by-night che gli inquirenti ritengono «elemento molto vicino alla cosca dei Contini e in particolare a Ettore Bosti».

Da una serie di intercettazioni telefoniche,
si scopre che anche Gabriele Esposito
partecipa, con una quota, nel ristorante di Borriello

Gabriele Esposito con Pepe Reina

Esposito è stato coinvolto pure in una indagine che lo ha portato agli arresti, insieme ai fratelli Giuseppe e Francesco. L’accusa, quella di intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare le attività dei clan camorristici Contini e Sarno-Palazzo. Sono diverse le attività commerciali dei fratelli Esposito sulle quali si sono accesi i fari della magistratura: ci sono i negozi per la vendita di giocattoli (New Toys), un ristorante in Piazza San Pasquale, una discoteca a Coroglio (Club Partenopeo), e  un centro scommesse in Piazza Mercato. Sullo sfondo, i contatti con ignari calciatori.

A testimoniare le frequentazioni tra gli Esposito e in particolare, tra Gabriele e giocatori che all’epoca militavano nel Napoli, ci sono diverse foto. I fratelli vengono immortalati, ad esempio, insieme a Pepe Reina, Paolo Cannavaro, Gonzalo Higuain. Immancabile nell’«album con i calciatori», la foto con Diego Armando Maradona. A riprova del rapporto di amicizia che si instaura tra Gabriele Esposito e Pepe Reina (come tutti gli altri atleti, è bene ribadirlo, assolutamente estraneo alle indagini), il fatto che quest’ultimo quando ha lasciato il club azzurro per il Milan, abbia salutato i compagni del Napoli, con una festa, proprio presso il locale di Coroglio.

La telefonata intercettata
tra Gabriele Esposito
e Domenico Borriello

Ma tornando a Gabriele Esposito e alla Spagna, la sua voce viene intercettata, nel corso di una telefonata con Domenico Borriello (titolare dell’Elephant). Intima a quest’ultimo di restituirgli dei soldi, «se no, non tornare più a Napoli». Per comprendere il volume di affari di un locale gestito dagli Esposito, basti pensare che, durante una conversazione intercettata, Gabriele fa una confidenza all’ex calciatore Fabio Borriello (fratello dell’attaccante Marco).  Parlando di come stia andando la discoteca di Coroglio, Esposito dice: è la più forte del momento, guadagno 130-140mila euro ogni tre giorni. Soldi, che sostengono gli inquirenti, vanno a rimpinguare le casse dei clan di camorra.

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