di Giancarlo Tommasone
L’ultima novità sul piano degli investimenti di Grimaldi, è rappresentata da quello di un miliardo di euro, per nuove unità eco-friendly (letteralmente rispettose dell’ambiente). L’annuncio è stato dato dall’amministratore delegato Manuel Grimaldi, a margine della conferenza Euromed di Atene. Ma come sappiamo, c’è un altro terreno, questa volta di scontro aperto, su cui si misura, da anni, l’armatore napoletano, confrontandosi senza esclusioni di colpi con il pari grado (anche lui partenopeo) Vincenzo Onorato, patron di Tirrenia.
Carburante per alimentare la polemica
è stato versato lo scorso giovedì, quando Grimaldi ha pubblicato la composizione
delle flotte, sottolineando la volontà
di superare il protocollo di Atene
L’obiettivo, stando a quanto dichiarato dalla compagnia, è quello di avere nelle rotte comunitarie personale interamente europeo, dando maggiore spazio, è naturale alla nazionalità della bandiera battuta dalla unità navale. Grimaldi ha fatto sapere che ci sono ancora una quarantina di extracomunitari, ma ha ribadito l’ad, entro la fine dell’anno si conta di sostituirli con personale italiano, altrimenti comunitario.
Sulle rotte internazionali, ha spiegato Manuel Grimaldi,
la sua compagnia impiega 5.000 marittimi comunitari, rispetto
ai 500 cui sarebbe tenuta a imbarcare per legge
Non poteva mancare, è naturale, la stoccata a Vincenzo Onorato attraverso la richiesta (piuttosto la critica al Governo), che dice Grimaldi, dovrebbe rivedere i contributi per la continuità territoriale di cui oggi beneficiano Tirrenia e le ex controllate dello Stato sulle rotte regionali. Ci si riferisce, nel caso di Onorato, ai 73 milioni versati dallo Stato alla compagnia Tirrenia e nello specifico alla vicenda dei collegamenti con la Sardegna. Manuel Grimaldi rispolvera il modello spagnolo: gli abitanti delle isole, dice, dovrebbero viaggiare gratis, potendo scegliere tranquillamente a quale compagnia affidarsi. A supporto della sua tesi, l’offerta del suo gruppo armatoriale di viaggi gratis ai sardi.
Servizio in cambio della metà dei contributi
che versa ogni anno lo Stato a Onorato
Che, sottolinea ancora Grimaldi, «non ha mai fatto una gara per averli». Non si è fatta attendere la risposta del patron di Tirrenia: la convenzione, afferma, scadrà nel 2020. Allora, fa sapere, non avrà alcuna difficoltà a sedersi col Governo per il confronto sulle formule del rapporto che saranno scelte. Onorato, come è naturale che sia, sposta lo scontro sul terreno del navigare italiano, la sua campagna, il suo brand. Questa battaglia, sottolinea, nasce dal fatto che difendo i marittimi italiani.
Proprio sul tema della lotta annosa tra Grimaldi
da una parte, e Onorato dall’altra, è intervenuto Alessandro Pico, segretario nazionale
del sindacato autonomo Federmar-Cisal
Ieri, Pico ha partecipato a un convegno tenutosi a Procida. «La situazione dei marittimi italiani continua a essere preoccupante, anche perché alla base, come denunciamo da mesi, c’è l’opera delle agenzie di manning, che però ricevono richieste dagli armatori. Deve far riflettere la circostanza che Grimaldi abbia fatto sapere che entro fine anno conta di sostituire il personale extracomunitario (una quarantina di marittimi, nda) con italiano o comunitario», dichiara Pico a Stylo24.
«E’ tutto nelle regole – precisa il segretario di Federmar –, ma va da sé che essendo italiani bisogna tutelare i marittimi italiani. E la situazione di questi ultimi è tutt’altro che felice. Solo a Procida, da quanto ho appreso ieri, ci sarebbero 3mila operatori che stentano a mettere il piatto a tavola. Ad essi si aggiungono i marittimi di Torre del Greco, di Ercolano, quelli della Campania. Stessa cosa in Calabria e in Sicilia. Il problema investe circa 50mila lavoratori della Penisola, che non riescono a trovare l’imbarco». Federmar è decisa a produrre un esposto da inviare alle varie Procure italiane: «Ci sono due italiani coinvolti nello scandalo degli imbarchi extracomunitari nelle Filippine e chiederemo alla Procura di indagare per comprendere in che modo, diretto o indiretto, gli armatori abbiano potuto trarre dei benefici dalla vicenda».