Minacciarono anche famiglie con bambini che passeggiavano sulla principale arteria della città facendosi consegnare le bandiere dei neo campioni d’Italia
Il 4 maggio scorso, ad Avellino, andò in scena una vile aggressione da parte di sedicenti ultras dell’Avellino. Almeno venti persone, incappucciate, appostate su corso Vittorio Emanuele, nel cuore della città irpina, bloccarono auto e motorini a bordo dei quali i tifosi del Napoli, nella tarda serata del quattro maggio scorso, festeggiavano lo scudetto conquistato a Udine.
La vile aggressione
Strapparono con violenza bandiere e vessilli ai tifosi napoletano e con aste danneggiarono le loro auto. Non si limitarono a questo: minacciarono anche famiglie con bambini che passeggiavano sulla principale arteria della città facendosi consegnare le bandiere dei neo campioni d’Italia. A poco più di due mesi dai fatti, le indagini della Digos della Questura di Avellino, coordinate dal procuratore capo Domenico Airoma, hanno focalizzato le investigazioni su nove persone, tutte appartenenti alla tifoseria organizzata della Curva Sud dell’Avellino, le cui abitazioni e auto sono state perquisite a partire dalle prime ore di stamattina alla ricerca di ulteriori prove che sarebbero state nel frattempo acquisite.
Gli indagati
Tra gli indagati anche tifosi già denunciati all’autorità giudiziaria e sottoposti a Daspo per condotte illecite commesse in ambito sportivo. Alla loro identificazione si è giunti anche grazie al prezioso aiuto delle immagini delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private presenti nella zona che hanno documentato le varie fasi dell’aggressione e dalle testimonianze delle persone aggredite. I nove ultras avellinesi sono gravemente indiziati di pubblica intimidazione, violenza privata, rapina e danneggiamento.