di Giancarlo Tommasone
Nei giorni scorsi, il patron di Moby-Tirrenia, Vincenzo Onorato, è tornato a chiedere una legge che garantisca ai marittimi italiani e comunitari di poter essere impiegati a bordo di traghetti che operino su tratte nazionali. Ennesimo capitolo del navigare tricolore, battaglia che tanto sembra stare a cuore all’armatore napoletano.

La Moby, nel frattempo,
deve fare i conti con la riduzione
del rating decisa da Moody’s Corporation (società privata che esegue ricerche finanziarie e analisi sulle attività
di imprese commerciali e statali)
per quanto riguarda il bond
Il titolo Moby, quotato in Lussemburgo – 300 milioni di euro di valore, rendimento del 7,75% e scadenza 2023 -, ha subìto un vero e proprio crollo passando, nelle ultime settimane, dal 91% al 78% del valore di emissione. Ciò in seguito al fatto che in base all’esercizio 2017, risulta che la società armatoriale abbia ottenuto dalle banche condizioni migliorative su un accordo tra impresa e finanziatori; il tasso per ricevere i fondi, però, è stato elevato al 4,75%. Moody’s ha giustificato la decisione del downgrade con le esigue possibilità di miglioramento, che ritiene possa avere Moby, che nel frattempo deve affrontare altre due questioni di non poco conto.

Moby deve fare i conti con la sanzione
di 29,2 milioni di euro ricevuta dall’Antitrust italiana
e con la procedura della Commissione europea
La prima rappresentata dalla sanzione ricevuta di recente dall’Antitrust italiana, per abuso di posizione dominante sulla linea con la Sardegna; la seconda invece è costituita dalla procedura della Commissione europea, che lavora per accertare se i fondi pubblici ricevuti da Tirrenia, possano essere considerati o meno aiuti di Stato. Per quanto riguarda la sanzione dell’Antitrust (contro la quale si è prodotto ricorso), ammonta a 29,2 milioni di euro. E’ naturale concludere che, nel caso in cui entrambe le controversie avessero esiti non positivi per la società di Onorato, ci potrebbero essere ripercussioni importanti (negativamente) sull’economia e sui conti del gruppo.
Lo stato di salute della compagnia di Vincenzo Onorato
A questo si aggiunga pure che Moody’s è scettica sul fatto che le linee avviate dalla compagnia armatoriale su Corsica e Sicilia, andranno a pareggio nel 2019. C’è da preoccuparsi o no, sullo stato della società di Onorato?
Per Francesco Greggio, direttore finanziario di Moby,
gli istituti di credito credono nella società armatoriale
Secondo Francesco Greggio, direttore finanziario di Moby, intervenuto dalle colonne di Milano Finanza, «come testimonia la forte crescita dell’Ebitda (indicatore di profittabilità molto importante nella valutazione delle azioni, ndr), +13,3 milioni tenendo conto dei 23 milioni investiti in start up i cui risultati si vedranno a breve, Moby vive un periodo di forte sviluppo del business. Le banche credono nella società, come prova la scelta di accordare a Moby, un rapporto debito/ebitda più elevato per supportare i progetti di sviluppo per tutto il 2018».
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