E’ detenuto nel carcere di Secondigliano, dall’inizio dello scorso dicembre, quando scattò l’operazione Olimpo (13, in totale, gli arresti). Si tratta dell’imprenditore di Castellammare di Stabia, Adolfo Greco (classe 1950), meglio conosciuto come il «re del latte», che risponde del reato di estorsione aggravata dalla matrice camorristica.
Considerato dagli inquirenti il «deus ex machina» di un gruppo che è ritenuto interfacciarsi con i clan del comprensorio stabiese (D’Alessandro, Cesarano, Di Martino, Afeltra), Greco (difeso dagli avvocati Vincenzo Maiello e Michele Riggi), ultimamente starebbe attraversando un periodo complesso dal punto di vista psicofisico.
L’approfondimento / «Le ricchezze di Adolfo Greco
e Tobia Polese frutto dei capitali della Nco»
Adolfo Greco, lo scorso 10 settembre, ha partecipato in videoconferenza, all’udienza del processo che lo vede imputato insieme a Michele e Raffaele Carolei, Umberto Cuomo, Luigi Di Martino e Attilio Di Somma.
Colpo di scena
al processo:
il giudice a latere,
Adele Marano,
ha presentato
richiesta di astensione
Il giorno precedente (il nove settembre), riguardo al procedimento in oggetto, è stato registrato un vero e proprio colpo di scena, con il giudice a latere, Adele Marano, che ha presentato richiesta al presidente del Tribunale, di astenersi, e di fatto è uscito dal collegio.
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L’udienza del 10 settembre, con il nuovo collegio giudicante, è stata poi aggiornata al primo ottobre, quando è prevista l’escussione di un teste dell’accusa, un ispettore della Squadra Mobile di Napoli, che ha partecipato all’attività investigativa.
Fondamentale, si è rivelata
per l’inchiesta, l’attività di intelligence
L’inchiesta Olimpo è stata supportata anche da un serie di appostamenti e intercettazioni (telefoniche e ambientali) che hanno fatto emergere numerosi episodi estorsivi.