La scritta comparsa poche ore dopo l’arresto del boss
di Giancarlo Tommasone
«Abbinante regna sempre», tre parole, un messaggio inequivocabile, oltre che inquietante. La solita mano anonima lo ha lasciato con una bomboletta spray su un muro dell’agglomerato di palazzi del Lotto T-A in Via Ghisleri, a Scampia. La scritta è comparsa poche ore dopo l’arresto di Antonio Abbinante, ritenuto dagli inquirenti a capo dell’omonimo clan e il nuovo boss del quartiere della periferia nord di Napoli. I poliziotti del commissariato di Scampia, coordinati e diretti dal vicequestore Giovanni Bruno Mandato, hanno intercettato il 61enne, a Mugnano, mentre era in auto, in compagnia di due guardaspalle (Alessandro D. F. e Vincenzo I., entrambi denunciati). E’ finito a Poggioreale, perché ha violato gli obblighi della sorveglianza speciale a cui era sottoposto per reati di camorra.
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Abbinante, il nuovo boss di Scampia
Gli agenti, nel corso dell’operazione, come anticipato da Stylo24, hanno rinvenuto in auto, anche due caschi da motociclista, di quelli integrali, particolare quest’ultimo che ha allertato ulteriormente le forze dell’ordine. Non è stato escluso, infatti, che i caschi sarebbero potuti servire per mettere a segno un agguato. Va detto comunque, che durante i controlli non è stata trovata alcuna arma.

Tornando alla scritta e al Lotto T-A, proprio da quella porzione di Scampia, considerato il «regno» degli Abbinante, la cosca è ripartita alla conquista del territorio e ha esteso il controllo anche sulle piazze di spaccio di Caivano. Il metodo degli Abbinante ricalca in tutto e per tutto quello che fu adottato dal superboss Paolo Di Lauro e dai suoi uomini: i capi piazza che non acquistano direttamente la droga dal clan, e si riforniscono altrove, sono tenuti a versare la tangente. In questo modo l’organizzazione guadagna ugualmente, sia che rifornisca le piazze, sia che si occupi soltanto della gestione degli spazi per la vendita dello stupefacente. Gli Abbinante, guidati attualmente da Antonio, sono considerati un gruppo ampiamente autonomo, notevolmente cresciuto negli ultimi anni; un gruppo che ha il pieno controllo del territorio e che è passato ad operare con maggiore intensità, anche in un altro segmento dell’economia criminale: quello delle estorsioni. Pure in questo caso l’affare illecito è gestito sia a Scampia che a Caivano. Proprio nell’ambito del racket imposto dagli Abbinante, sarebbe maturato l’omicidio di Gennaro Sorrentino, il 50enne del Rione Monterosa ucciso sull’Asse mediano lo scorso sette settembre.
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che fece la guerra a Ciruzzo ‘o milionario
«Abbinante regna sempre», scrivevamo, recita lo slogan comparso dopo l’arresto del nuovo boss di Scampia. Il gruppo comincia a emergere sulla scena criminale alla fine degli anni Ottanta, nel settore del narcotraffico, col tempo si registra la svolta camorristica in senso stretto. Antonio Abbinante, ma soprattutto Raffaele (alias Papele ’e Marano) diventano i referenti diretti di Paolo Di Lauro. Poi cambia tutto. A partire dal 2004 confluiscono nel cartello degli Scissionisti che vede schierati contro il clan di Ciruzzo ’o milionario, oltre agli Abbinante, le famiglie Abete, Amato, Pagano, Notturno e Marino. I componenti di questi due ultimi nuclei, in particolare, costituiranno l’ala militare della confederazione che, alla fine, uscirà vincente dalla prima faida di Scampia.