Un libro di Vincenzo Imperatore, edito da Ultra Sport, racconta la genesi del sogno partenopeo divenuto realtà
Sulla vittoria dello scudetto e sul calcio Napoli si è scritto di tutto e di più. Pagine e pagine di giornali e siti internet in questi giorni hanno raccontato la meravigliosa cavalcata, dalle aule del tribunale di Napoli fino al tetto della serie A e del calcio europeo. In questi giorni, però, è uscito un nuovo, appassionante, libro scritto da Vincenzo Imperatore ed edito da Ultra Sport. Stylo24 ha decisio di pubblicarne degli estratti per far conoscere ai suoi lettori alcuni retroscena della favola azzurra.
6 Settembre 2004, storia di un matrimonio di interesse
«Scendi, sta qua, nel salottino della direzione». Erano le prime ore lavorative dopo le ferie di martedì 31 agosto 2004 e dall’altro lato del telefono la voce era quella stentorea e inconfondibilmente rauca di Pino Coriani (nome di fantasia), il mio capo ma soprattutto il mio mentore in quello straordinario viaggio di venticinque anni che è stata la mia esperienza di lavoro come manager della più grande banca del Paese.
Pino non era un grande tifoso, ma, conoscendo la mia patologia, mi aveva reso partecipe di tutte le vicende delle ultime settimane che riguardavano il nostro cliente. In particolare, la sera prima mi aveva raccontato che stavamo rischiando di non assistere in diretta all’evento perché l’operazione si sarebbe potuta effettuare, così come voleva il protagonista, presso la piccola filiale di Capri. Fortunatamente per noi, le dimensioni strutturali e i poteri di firma del direttore della micro agenzia non lo permettevano. Il caldo afoso, reso ancora più insopportabile dal rientro al lavoro dopo quattro settimane di ferie, era attutito dai condizionatori accesi in modalità “massima”.
Mentre però scendevo le scale che dal secondo piano, dove stava il mio ufficio, portano al piano di rappresentanza, le mie ghiandole sudorifere lavoravano incessantemente. E non per la canicola. La sede della Direzione Sud di quella banca è situata in una strada, a Napoli, di una zona che è la versione local della City londinese. Nella City di Napoli ci sono le direzioni generali di tutte le banche importanti della città. Nella City si decidono destini e percorsi. Be’, ogni volta che leggete questa parola, City, non immaginate un quartiere fitto fitto di palazzi alti, lindi, specchiati, anonimi e per questo incombenti sulla città. Perché a Napoli tutti questi palazzoni non ci sono, questa incombenza non si sente. Il quartiere è piccolo, lo si attraversa a piedi in tre minuti.
Tra via Toledo e i Quartieri Spagnoli
Ma resta il fatto che nella City di Napoli, stretta tra la via Toledo del passeggio borghese e dei Quartieri Spagnoli, da cui si riversano senza sosta i motorini dei lazzaroni, e la Questura, che spesso sequestra quei motorini, i destini si decidono. Anche quello del Napoli Calcio. Passai davanti al salottino con fare indifferente e con una cartella di documenti tra le mani per dare l’impressione che stessi lavorando. Non ne avevo proprio voglia, ero rientrato dalle vacanze da un giorno e la mia testa era ancora a Ischia. L’atmosfera era simile a quella dei film di genere crime.
Per rispetto della privacy e per tutelarlo dall’eventuale curiosità dei clienti della banca, lo avevano fatto entrare, dopo un viaggio diretto da Capri con un motoscafo, dall’ingresso di servizio di una via laterale. Lui era seduto su una poltrona stile liberty in una posa abbastanza rilassata, abbigliamento business casual; lo circondava uno stuolo di consulenti, tutti in piedi, tra cui anche il mio collega, che stava consegnando i trentasei assegni circolari firmati da Pino Coriani, il quale ancora oggi non si rende conto di aver partecipato alla sceneggiatura di un pezzo di storia della nostra città. Avessi firmato io quegli assegni, oggi terrei esposte in una stanza-museo, incorniciate, le fotocopie di quei reperti memorabili.
L’offerta alla sezione Fallimentare
Aspettai in silenzio, poco distante dalla porta di quel salotto, che l’incontro terminasse. Uscirono in fila indiana, lui davanti, gli altri dietro (una scena simile a quella del dottor Tersillli, alias Alberto Sordi, nel film Il medico della mutua) e si avviarono alle auto, sempre utilizzando il varco della porta di servizio. Il resto è storia. Aurelio De Laurentiis corre in Tribunale e deposita alla sezione Fallimentare la sua proposta: offre 31 milioni nel caso in cui il Napoli, dichiarato fallito il 3 agosto, dovesse ripartire dalla Serie C1, pronti a diventare 50 (garantiti da una fideiussione della stessa banca) nell’ipotesi remota di ripescaggio in Serie B. È un’offerta che oscura tutte le altre.
Il giorno dopo, il primo settembre, Aurelio De Laurentiis, in pole position per rilevare il titolo sportivo e partecipare con il Napoli Soccer, questo il nome della nuova società, alla C1, fa sapere di essere disposto ad attendere la decisione della curatela solo per cinque giorni. Infatti il 6 settembre, dopo le ultime sei ore di discussione sulla riassunzione dei dipendenti della fallita Ssc Napoli (tra cui il massaggiatore Salvatore Carmando), che pesavano sul bilancio del club per complessivi trentamila euro al mese, De Laurentiis e la Fallimentare si accordano per uno sconto di circa 2 milioni di euro sulla cifra finale, che diviene così di 29 milioni e 500 mila euro. Alle 18:30 del 6 settembre 2004 Aurelio De Laurentiis esce con i suoi legali dal tribunale di Castelcapuano con il Napoli in tasca. Scurdámmoce ’o passato: quel passato prossimo, fatto di gestioni approssimative e fallimenti, non è il tema di questo libro. Il Napoli è suo.