Le forze dell’ordine battono palmo a palmo il quartiere dove ha trovato la morte il 27enne
Le forze dell’ordine battono palmo a palmo il quartiere di Pianura dove la settimana scorsa ha trovato la morte il 27enne Andrea Covelli. Stanno tentando di decifrare l’assurdo omicidio del ragazzo, un onesto lavoratore, che non aveva niente a che fare con la criminalità organizzata. Man mano che passano le ore, avanzano i giorni, si fa sempre più strada l’ipotesi di una vendetta o comunque di un omicidio legato allo scontro tra le organizzazioni criminali del rione, gli Esposito-Marsicano-Calone e dall’altro i Carillo-Perfetto. Una criminalità in zona molto presente e che fa sentire il proprio peso.
Gli abitanti del quartiere vivono costantemente nella tensione e molti fabbricati, specialmente quelli che affacciano sul lato del cosiddetto «stradone» hanno i fori dei colpi di pistola alle pareti. Dopo una certa ora vige il coprifuoco e i ragazzi prima di uscire dal rione devono pensarci più di una volta. Hanno paura di esser fermati da persone non raccomandabili, di esser «reclutati» e armati contro il proprio volere per presidiare la zona perché «nella zona nostra non deve passare nessuno».
Hanno paura di essere presi sott’occhio. Di mettersi contro qualcuno, magari, per uno sguardo di troppo mal interpretato da qualche «testa calda». Hanno paura di fare la fine di Andrea. La tranquillità in alcune zone di Pianura è un optional, anche se si tratta di una semplice passeggiata.